Ragazzi, vi svelo il trucco: mangio pasta a tonnellate e perdo peso! No, non sto scherzando, e no, non ho venduto l’anima a qualche dieta magica da influencer. Vivo in dormitorio, ho un budget che piange miseria e il tempo lo passo a correre tra lezioni e lavoretti. Eppure, funziona. Il segreto? La pasta non è il demonio che vi hanno fatto credere, basta sapere come giocarci.
Partiamo dal piatto base: spaghetti integrali, perché costano poco e ti riempiono senza appesantirti. Li butto in pentola con un timer, che qui in stanza siamo senza orologio funzionante. Niente sughi pronti da supermercato, troppo sale e schifezze. Io mi arrangio con pomodori freschi schiacciati a mano – sì, sembro un pazzo mentre lo faccio sul tavolo della cucina comune – un filo d’olio del discount e un pizzico di peperoncino che rubo dalla dispensa di un compagno di stanza. Risultato? Sapore da ristorante, calorie da “posso mangiarne ancora”.
E le porzioni? Non peso niente, non ho bilance né pazienza. Uso il pugno come misurino, due pugni di pasta secca e via. Dicono che sia troppo carboidrato, che ingrassi solo a guardarla. Falso! Il trucco è muoverti dopo. Non serve la palestra, che tanto non me la posso permettere. Salgo e scendo le scale del campus come un ossesso, faccio squat mentre aspetto che l’acqua bolla, e a volte mi invento plank tra un paragrafo di studio e l’altro. Il cuore pompa, i muscoli si svegliano, e la pasta diventa benzina, non grasso.
La gente pensa che per dimagrire devi spendere in quinoa o pollo bio. Macché! Io vivo di pasta, lenticchie che compro a chili e verdure che arraffo al mercato quando stanno per chiudere, perché costano meno. È un’arte, un gioco da equilibrista squattrinato. E sapete una cosa? Mi guardo allo specchio e vedo meno pancia, più energia, e il portafoglio non si lamenta. Altro che miti da sfatare: la pasta è mia amica, e il dormitorio è la mia palestra! Provateci, e poi ditemi se non ho ragione.
Partiamo dal piatto base: spaghetti integrali, perché costano poco e ti riempiono senza appesantirti. Li butto in pentola con un timer, che qui in stanza siamo senza orologio funzionante. Niente sughi pronti da supermercato, troppo sale e schifezze. Io mi arrangio con pomodori freschi schiacciati a mano – sì, sembro un pazzo mentre lo faccio sul tavolo della cucina comune – un filo d’olio del discount e un pizzico di peperoncino che rubo dalla dispensa di un compagno di stanza. Risultato? Sapore da ristorante, calorie da “posso mangiarne ancora”.
E le porzioni? Non peso niente, non ho bilance né pazienza. Uso il pugno come misurino, due pugni di pasta secca e via. Dicono che sia troppo carboidrato, che ingrassi solo a guardarla. Falso! Il trucco è muoverti dopo. Non serve la palestra, che tanto non me la posso permettere. Salgo e scendo le scale del campus come un ossesso, faccio squat mentre aspetto che l’acqua bolla, e a volte mi invento plank tra un paragrafo di studio e l’altro. Il cuore pompa, i muscoli si svegliano, e la pasta diventa benzina, non grasso.
La gente pensa che per dimagrire devi spendere in quinoa o pollo bio. Macché! Io vivo di pasta, lenticchie che compro a chili e verdure che arraffo al mercato quando stanno per chiudere, perché costano meno. È un’arte, un gioco da equilibrista squattrinato. E sapete una cosa? Mi guardo allo specchio e vedo meno pancia, più energia, e il portafoglio non si lamenta. Altro che miti da sfatare: la pasta è mia amica, e il dormitorio è la mia palestra! Provateci, e poi ditemi se non ho ragione.