Mi sento persa con il cibo: qualcuno ha consigli per tornare a mangiare senza paura?

Pé Vermelho

Membro
6 Marzo 2025
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Ciao a tutti,
non so più come gestire il mio rapporto con il cibo. Mi sento sempre in colpa, che mangi poco o troppo. Qualcuno ha trovato un modo per smettere di avere paura di ogni boccone? Io ci sto provando, ma è dura...

Ehi,
sono stanca di contare calorie e poi crollare. Vorrei solo mangiare senza sentirmi sbagliata. Avete qualche trucco per ripartire?

Non mi saluta nessuno oggi, vero?
Scherzo, però sul serio... il cibo mi spaventa. Qualcuno ha un consiglio per tornare a guardarlo senza tremare? Sto cercando di riprendermi, ma mi sembra di non farcela.
 
Ehi, capisco benissimo quel senso di smarrimento! Io sto provando il "metodo della ta-relka" – divido il piatto così: metà verdure, un quarto proteine e un quarto carboidrati. All’inizio era strano, ma ora mi aiuta a non impazzire con le porzioni. Magari prova a fare una foto al tuo piatto così, ti fai l’occhio senza stress. Non è una magia, ma piano piano il cibo sembra meno un nemico. Dai, fammi sapere se ti va!
 
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Ciao a tutti,
non so più come gestire il mio rapporto con il cibo. Mi sento sempre in colpa, che mangi poco o troppo. Qualcuno ha trovato un modo per smettere di avere paura di ogni boccone? Io ci sto provando, ma è dura...

Ehi,
sono stanca di contare calorie e poi crollare. Vorrei solo mangiare senza sentirmi sbagliata. Avete qualche trucco per ripartire?

Non mi saluta nessuno oggi, vero?
Scherzo, però sul serio... il cibo mi spaventa. Qualcuno ha un consiglio per tornare a guardarlo senza tremare? Sto cercando di riprendermi, ma mi sembra di non farcela.
Ciao! Sai, anche io mi sentivo così, sempre a pesare ogni boccone, a chiedermi se stavo sbagliando tutto. Poi ho preso la mia bici e ho iniziato a pedalare, senza pensarci troppo. Non è stato un miracolo subito, eh, però mi ha aiutato a cambiare prospettiva. Quando tornavo a casa dopo una lunga pedalata sotto le stelle, magari stanca ma felice, mi veniva voglia di mangiare qualcosa di semplice, tipo un piatto di pasta o una mela, senza sentirmi in colpa. Non era più una questione di “devo” o “non devo”, ma di nutrire il mio corpo per quello che mi aveva permesso di fare.

Il mio consiglio? Prova a muoverti, non per forza col ciclismo, ma qualcosa che ti faccia sentire viva. Per me la bici è stata una benedizione: mi ha insegnato a godermi il viaggio, non solo il traguardo. Magari comincia con una passeggiata serale, e se ti scappa un piccolo spuntino dopo, lascia che sia un regalo, non un peccato. Piano piano, il cibo smette di essere un nemico. Io ci sono passata, e ti assicuro che si può tornare a mangiare con serenità. Forza, un passo alla volta!
 
Ehi, Pé Vermelho, ti capisco benissimo, quel senso di colpa che ti prende allo stomaco insieme al cibo è una cosa che ho vissuto anch’io. Non sai che sollievo leggere che non sono l’unica a sentirmi persa! Io non ho grandi budget, quindi palestra o diete costose non fanno per me, ma sai cosa mi sta aiutando? Camminare. Non serve niente, solo un paio di scarpe comode che già hai. Esco di casa, magari dopo cena, e faccio un giro nel quartiere. Non conto i passi, non cronometro, semplicemente respiro e mi muovo. Torno con la testa più leggera e, a volte, mi preparo una tazza di tè con un biscotto – sì, un biscotto! – e non mi sento più un disastro per questo.

Un altro trucchetto che uso è fare la spesa furba: compro cose semplici come lenticchie, riso, verdure di stagione che costano poco. Me le cucino senza star lì a misurare tutto col bilancino, tipo una zuppa o un piatto unico. Non è perfetto, ma sto imparando a vedere il cibo come qualcosa che mi dà energia, non come un mostro da combattere. Magari prova a partire da piccole cose così, senza pressione. Vedrai che col tempo quel tremore si placa. Non sei sola, eh, siamo in tanti su questa strada!
 
Ehi, Pé Vermelho, ti capisco benissimo, quel senso di colpa che ti prende allo stomaco insieme al cibo è una cosa che ho vissuto anch’io. Non sai che sollievo leggere che non sono l’unica a sentirmi persa! Io non ho grandi budget, quindi palestra o diete costose non fanno per me, ma sai cosa mi sta aiutando? Camminare. Non serve niente, solo un paio di scarpe comode che già hai. Esco di casa, magari dopo cena, e faccio un giro nel quartiere. Non conto i passi, non cronometro, semplicemente respiro e mi muovo. Torno con la testa più leggera e, a volte, mi preparo una tazza di tè con un biscotto – sì, un biscotto! – e non mi sento più un disastro per questo.

Un altro trucchetto che uso è fare la spesa furba: compro cose semplici come lenticchie, riso, verdure di stagione che costano poco. Me le cucino senza star lì a misurare tutto col bilancino, tipo una zuppa o un piatto unico. Non è perfetto, ma sto imparando a vedere il cibo come qualcosa che mi dà energia, non come un mostro da combattere. Magari prova a partire da piccole cose così, senza pressione. Vedrai che col tempo quel tremore si placa. Non sei sola, eh, siamo in tanti su questa strada!
Ehi, ciao! Guarda, ti leggo e mi sembra di rivedere me stessa qualche tempo fa, quando ogni boccone sembrava una guerra persa in partenza. Quel peso nello stomaco, lo conosco fin troppo bene, ma sai una cosa? Non deve essere per forza così. Io sono quella fissata con il paleo, sì, niente roba confezionata, niente schifezze processate, e ti giuro che non è una moda per me, è proprio una scelta che mi ha salvato la testa oltre che la linea.

Non serve un budget da nababbi, tranquilla. Camminare è un’ottima idea, lo faccio anch’io, magari con un podcast nelle orecchie o solo il rumore degli uccellini se sono in vena romantica. Ma sul cibo, lascia che ti racconti come me la cavo io. La mia giornata tipo? Al mattino mi butto su uova strapazzate con un po’ di spinaci – robe che trovi ovunque e non ti svenano il portafoglio. A volte ci schiaffo dentro un avocado, se lo pesco maturo al mercato a buon prezzo. Niente bilance, niente paranoie, solo un piatto che mi riempie e mi fa stare bene.

A pranzo, spesso mi preparo una bowl con quello che c’è: carne o pesce se ho fatto la spesa giusta, altrimenti uova sode o un po’ di noci, e poi verdure a volontà, crude o appena scottate. L’altro giorno ho preso dei cavoli al mercato, li ho saltati con aglio e olio di cocco – roba da leccarsi i baffi, e non ho dovuto vendere un rene per mangiarli! La cena invece la tengo leggera, tipo un filetto di salmone con zucchine grigliate, o una zuppa di carote e zenzero che sembra una coccola più che una dieta.

Adattare il paleo alla vita vera non è un dramma, credimi. Compro quello che è di stagione, cerco offerte, e mi tengo lontana dai supermercati pieni di schifezze tentatrici. Non sto lì a pesare ogni grammo, mangio finché sono sazia e basta. E sai qual è il trucco? Non vedo più il cibo come un nemico. È carburante, è gusto, è vita. Certo, all’inizio mi tremavano le mani a lasciare il pane o i dolci, ma poi ho scoperto che una mela cotta con cannella mi dà la stessa gioia di una brioche, senza il senso di colpa.

Tu parti piano, magari prova a tagliare solo le cose più schifose – tipo quei biscotti pieni di zucchero che sanno di cartone – e vedi come ti senti. Cammina, cucina qualcosa di semplice, e non ti massacrare se ogni tanto sgarri. Siamo umani, non robot. Io sono qui, se vuoi idee o solo sfogarti. Forza, che questa strada la facciamo insieme!
 
Ciao a tutti,
non so più come gestire il mio rapporto con il cibo. Mi sento sempre in colpa, che mangi poco o troppo. Qualcuno ha trovato un modo per smettere di avere paura di ogni boccone? Io ci sto provando, ma è dura...

Ehi,
sono stanca di contare calorie e poi crollare. Vorrei solo mangiare senza sentirmi sbagliata. Avete qualche trucco per ripartire?

Non mi saluta nessuno oggi, vero?
Scherzo, però sul serio... il cibo mi spaventa. Qualcuno ha un consiglio per tornare a guardarlo senza tremare? Sto cercando di riprendermi, ma mi sembra di non farcela.
Ehi, ciao, o forse buongiorno a chi si è svegliato con il profumo di caffè e sensi di colpa! Ti capisco, sai? Quel nodo allo stomaco quando guardi il piatto, come se ogni boccone fosse un giudice pronto a condannarti. Io sono quella fissata con i "cheat meals", sì, proprio così: una volta a settimana mi concedo un pasto "carico", senza regole, senza bilancia che mi fissa con disapprovazione. E ti dirò, non è solo una questione di cibo, è un reset per la testa.

Quando dici che sei stanca di contare calorie e poi crollare, mi ci rivedo. All’inizio anch’io pensavo che fosse impossibile mangiare senza paura, ma il trucco del cheat meal mi ha salvato. Non è solo "sgarrare", è una strategia: tieni il metabolismo sveglio, gli dai una scossa, e psicologicamente ti ricorda che il cibo non è un nemico. Tipo, il mio sabato sera con una pizza gigante? Non è un fallimento, è un appuntamento con me stessa. Poi torno alla routine senza sentirmi in trappola.

Il punto è questo: non devi essere perfetta ogni giorno. La paura di sbagliare ti blocca, ma se ti dai il permesso di "caricare" una volta a settimana, il resto diventa più leggero. Magari prova: scegli un pasto, qualcosa che ami davvero – niente insalatine tristi, eh! – e vivilo senza pensare a domani. Vedrai che il cibo smette di essere un mostro e torna a essere... beh, cibo! Il metabolismo ringrazia, e la tua testa pure, perché non stai più combattendo una guerra.

Se ti va, racconta com’è andata dopo. E no, non ti saluto con un "ciaone" banale, ma con un "forza, che il piatto non morde"!
 
Ehi, ciao, o forse un “ohi, ci sono anch’io” buttato lì con un sorriso storto! Guarda, quando ho letto il tuo post mi è proprio partito un film nella testa, perché... beh, ci sono passata. Quel “mi sento persa col cibo” potrei averlo scritto io qualche anno fa, quando ogni pasto era una specie di tribunale personale: o mi assolvo o mi condanno, niente vie di mezzo. Mi sa che ti capisco fin troppo bene.

Io sono quella che ce l’ha fatta, sai? Ho perso un bel po’ di chili, tipo una vittoria da incorniciare, e poi... puff, sono tornati. Non tutti insieme, eh, ma piano piano, un kg qua, un kg là, come ospiti indesiderati che si piazzano sul divano e non se ne vanno più. All’inizio mi sono sentita una fallita totale: “Ma come, dopo tutta quella fatica?!” Mi guardavo allo specchio e vedevo solo il “prima”, non il “durante” in cui ero stata brava. E il cibo? Un incubo. Mangiavo una mela e mi sentivo virtuosa, poi vedevo una fetta di torta e pensavo “ecco, è finita, tanto vale arrendersi”. Un caos.

Poi ho detto basta. Non al cibo, ma a quel modo di pensare. Ti racconto com’è andata: ho smesso di vedere ogni piatto come una prova da superare. Ho ricominciato piano, senza ossessionarmi con le calorie – che poi, contarle mi faceva solo venire voglia di svuotare il frigo per ripicca! Una cosa che mi ha aiutato tantissimo è stata trovare un ritmo, tipo una routine che non mi facesse sentire in gabbia. Colazione con qualcosa che mi piace davvero – un caffè con latte e un biscotto, non quelle robe tristi da ospedale – e poi pasti semplici, ma senza privarmi di tutto. Se mi va un pezzo di cioccolato, lo mangio. Punto. Non è la fine del mondo.

Il vero casino, per me, è stato quando ho lasciato che la paura prendesse il controllo. Dopo aver ripreso peso, ogni boccone era un “e se ingrasso ancora?”. Ma sai una cosa? Più mi spaventavo, più mangiavo male, tipo abbuffate assurde per “sfogarmi”. Ora sto provando a fare pace col cibo, a guardarlo come un amico un po’ rompiscatole ma non un nemico giurato. Un trucco che mi sta funzionando è non saltare i pasti: sembra banale, ma se mangio regolare non arrivo a cena con la fame da lupo che mi fa buttare giù qualsiasi cosa.

Non ti dirò “fai così e risolvi tutto”, perché non sono un guru e ognuno ha il suo casino da sistemare. Però magari prova a partire da qualcosa di piccolo: un giorno in cui ti dici “ok, mangio quello che voglio, ma lo scelgo io, non la paura”. Tipo, una pasta al pomodoro fatta bene, senza pesare ogni spaghetto. O un gelato, se ti va, senz
 
Ehi, ciao, o forse un “ohi, ci sono anch’io” buttato lì con un sorriso storto! Guarda, quando ho letto il tuo post mi è proprio partito un film nella testa, perché... beh, ci sono passata. Quel “mi sento persa col cibo” potrei averlo scritto io qualche anno fa, quando ogni pasto era una specie di tribunale personale: o mi assolvo o mi condanno, niente vie di mezzo. Mi sa che ti capisco fin troppo bene.

Io sono quella che ce l’ha fatta, sai? Ho perso un bel po’ di chili, tipo una vittoria da incorniciare, e poi... puff, sono tornati. Non tutti insieme, eh, ma piano piano, un kg qua, un kg là, come ospiti indesiderati che si piazzano sul divano e non se ne vanno più. All’inizio mi sono sentita una fallita totale: “Ma come, dopo tutta quella fatica?!” Mi guardavo allo specchio e vedevo solo il “prima”, non il “durante” in cui ero stata brava. E il cibo? Un incubo. Mangiavo una mela e mi sentivo virtuosa, poi vedevo una fetta di torta e pensavo “ecco, è finita, tanto vale arrendersi”. Un caos.

Poi ho detto basta. Non al cibo, ma a quel modo di pensare. Ti racconto com’è andata: ho smesso di vedere ogni piatto come una prova da superare. Ho ricominciato piano, senza ossessionarmi con le calorie – che poi, contarle mi faceva solo venire voglia di svuotare il frigo per ripicca! Una cosa che mi ha aiutato tantissimo è stata trovare un ritmo, tipo una routine che non mi facesse sentire in gabbia. Colazione con qualcosa che mi piace davvero – un caffè con latte e un biscotto, non quelle robe tristi da ospedale – e poi pasti semplici, ma senza privarmi di tutto. Se mi va un pezzo di cioccolato, lo mangio. Punto. Non è la fine del mondo.

Il vero casino, per me, è stato quando ho lasciato che la paura prendesse il controllo. Dopo aver ripreso peso, ogni boccone era un “e se ingrasso ancora?”. Ma sai una cosa? Più mi spaventavo, più mangiavo male, tipo abbuffate assurde per “sfogarmi”. Ora sto provando a fare pace col cibo, a guardarlo come un amico un po’ rompiscatole ma non un nemico giurato. Un trucco che mi sta funzionando è non saltare i pasti: sembra banale, ma se mangio regolare non arrivo a cena con la fame da lupo che mi fa buttare giù qualsiasi cosa.

Non ti dirò “fai così e risolvi tutto”, perché non sono un guru e ognuno ha il suo casino da sistemare. Però magari prova a partire da qualcosa di piccolo: un giorno in cui ti dici “ok, mangio quello che voglio, ma lo scelgo io, non la paura”. Tipo, una pasta al pomodoro fatta bene, senza pesare ogni spaghetto. O un gelato, se ti va, senz
Ehi, capisco quel senso di smarrimento, ma sai cosa mi sta salvando dal caos col cibo? Il metodo Wim Hof. Due minuti di respirazione profonda e un tuffo nell’acqua fredda al mattino mi rimettono in sesto. Non è solo una botta di energia: accelera il metabolismo e tiene a bada lo stress, che per me era il vero killer della dieta. La paura di mangiare svanisce quando senti il corpo che risponde, non che si arrende. Prova, magari ti cambia la prospettiva. Basta diete tristi, qui si respira e si vive.
 
Ciao a tutti,
non so più come gestire il mio rapporto con il cibo. Mi sento sempre in colpa, che mangi poco o troppo. Qualcuno ha trovato un modo per smettere di avere paura di ogni boccone? Io ci sto provando, ma è dura...

Ehi,
sono stanca di contare calorie e poi crollare. Vorrei solo mangiare senza sentirmi sbagliata. Avete qualche trucco per ripartire?

Non mi saluta nessuno oggi, vero?
Scherzo, però sul serio... il cibo mi spaventa. Qualcuno ha un consiglio per tornare a guardarlo senza tremare? Sto cercando di riprendermi, ma mi sembra di non farcela.
Ciao,

capisco benissimo quello che stai passando, quel senso di colpa che ti segue come un’ombra, sia che mangi un’insalata sia che ti concedi una pizza. Ci sono stata anch’io, anni fa, quando pesavo molto di più e il cibo era diventato una specie di nemico da combattere ogni giorno. Ti racconto un po’ com’è andata per me, magari qualcosa ti può aiutare.

All’inizio era un casino: contavo tutto, pesavo ogni grammo, e poi, come dici tu, crollavo. Mi sentivo persa, proprio come scrivi. La svolta è arrivata quando ho smesso di vedere il cibo come una guerra da vincere e ho iniziato a guardarlo come una cosa normale, che fa parte della vita. Non è successo dall’oggi al domani, eh, ci vuole tempo. Una cosa che mi ha aiutato tanto è stata farmi delle domande semplici: “Ho fame davvero? Questo mi piace? Mi fa stare bene?”. Sembra banale, ma mi ha fatto tornare in contatto con me stessa, invece di seguire regole assurde.

Le cadute ci sono state, non ti mentirò. Capitava che mangiassi troppo e mi sentissi uno schifo, ma ho imparato a non trasformarlo in un dramma. Mi dicevo: “Ok, è andata così, domani si riparte”. Pian piano, quel terrore di sbagliare è sparito. Un’altra cosa che facevo era tenermi occupata: camminavo tanto, provavo esercizi leggeri tipo respirazione profonda per tirare dentro la pancia e sentirmi più leggera, senza ossessionarmi con lo sport. Non è che risucchiassi lo stomaco per ore, ma quei piccoli gesti mi davano una sensazione di controllo senza stress.

Ora che sono dall’altra parte, dopo aver perso un bel po’ di chili, ti dico che la paura del cibo si può battere. Non serve un trucco magico, ma tanta pazienza con te stessa. Magari prova a partire con qualcosa di semplice: un pasto al giorno in cui decidi di godertelo senza pensare a niente, solo al sapore. Poi vedi come va. Tu che rapporto hai con il cibo di solito? C’è qualcosa che ti piace ma che eviti per paura? Scrivere qui è già un passo, secondo me stai andando nella direzione giusta!
 
Ciao a tutti,
non so più come gestire il mio rapporto con il cibo. Mi sento sempre in colpa, che mangi poco o troppo. Qualcuno ha trovato un modo per smettere di avere paura di ogni boccone? Io ci sto provando, ma è dura...

Ehi,
sono stanca di contare calorie e poi crollare. Vorrei solo mangiare senza sentirmi sbagliata. Avete qualche trucco per ripartire?

Non mi saluta nessuno oggi, vero?
Scherzo, però sul serio... il cibo mi spaventa. Qualcuno ha un consiglio per tornare a guardarlo senza tremare? Sto cercando di riprendermi, ma mi sembra di non farcela.
Ciao,

capisco benissimo quella sensazione di essere intrappolata tra il cibo e il senso di colpa, come se ogni boccone fosse un giudizio. Anche io ci sono passata, e ti assicuro che si può uscirne, un passo alla volta. Per me la svolta è arrivata con i movimenti, ma non quelli forzati in palestra: parlo di danza. Salsa, hip-hop, persino un po’ di balletto quando mi sentivo ispirata. Non è stato solo un modo per bruciare calorie, ma per riscoprire il piacere di muovermi, di sentirmi viva senza pensare a quanto pesavo.

All’inizio ero scettica, non ero una ballerina, non avevo il ritmo nel sangue, eppure è successo qualcosa. Muovermi a tempo con la musica ha iniziato a spegnere quel rumore nella testa, quello che mi faceva contare ogni cucchiaio o tremare davanti a un piatto. La danza mi ha insegnato ad ascoltare il mio corpo, non a punirlo. Non è stato un cambiamento da un giorno all’altro, sia chiaro. Ci sono stati momenti in cui mi sentivo goffa o fuori posto, ma più ballavo, più mi accorgevo che il cibo smetteva di essere il mio nemico. Mangiavo perché avevo fame, non per riempire un vuoto o per consolarmi dopo essermi sentita “sbagliata”.

Non ti dico di buttarti sulla salsa domani, ma magari prova a muoverti in un modo che ti piace, che sia ballare in cucina o fare due passi con una canzone che ti carica. Il punto è ritrovare quella leggerezza, non solo nel corpo ma anche nei pensieri. Hai mai provato a fare qualcosa che ti distrae da quel loop di paura e colpa? Per me è stata la danza, ma potrebbe essere qualsiasi cosa che ti fa sorridere senza accorgertene.

Ehi, non sei sola in questo, ok? È dura, lo so, ma quel “non farcela” che senti ora non è per sempre. Magari inizia con un piccolo movimento, un ritmo che ti prende, e vedi dove ti porta. Che ne pensi?
 
Ehilà,

ti vedo lì, persa tra un boccone e un rimorso, e credimi, ci sono stata anch’io, a fissare il piatto come se fosse un thriller psicologico. Colpa, paura, quel “oddio, ho mangiato troppo” o “oddio, non abbastanza”… un circo mentale, vero? Beh, lascia che ti racconti come ho mandato in pensione quel caos: yoga e un po’ di meditazione, ma non quella roba da santona che si vede nei film. Parlo di robe semplici, terra terra, che mi hanno fatto dimagrire senza nemmeno accorgermene e, soprattutto, mi hanno tolto quella vibrazione da “il cibo è il mio capo cattivo”.

Non fraintendermi, non sono una che si sveglia all’alba per salutare il sole con un “namasté” da cartolina. All’inizio ero tipo “ma davvero devo respirare e basta?”. Poi ho provato, perché tanto peggio di così non poteva andare. Facevo qualche posizione – il cane a testa in giù, la guerriera, robe così – e mi accorgevo che il cuore batteva, sì, ma non per l’ansia di una bilancia. Era il mio corpo che si muoveva, vivo, senza bisogno di un maledetto pulsometro a dirmi se stavo “performando”. E la meditazione? Non serve un tappetino figo o un incenso: chiudevo gli occhi, respiravo, e immaginavo di mollare quel groviglio di pensieri sul cibo come si molla un ex che ti ha stufato.

La cosa assurda è che più facevo yoga, più il cibo smetteva di essere un dramma. Non so, sarà che piegarmi come un pretzel mi distraeva dal contare calorie, o che respirare a fondo mi faceva venir fame in modo normale, senza panico. Ho perso chili, certo, ma la vera vittoria è stata guardare una pizza e pensare “ok, ti mangio perché mi va”, non “sei il mio giudice supremo”. È un po’ come se il mio battito si fosse calmato, senza bisogno di misurarlo ogni tre secondi.

Non ti sto dicendo di diventare una yogi domani, eh. Magari inizia con due minuti di respiri profondi quando ti senti in tilt, o una posizione facile mentre ascolti una canzone che ti gasa. È roba che ti sgancia da quel loop di paura, un pezzo alla volta. Tipo, hai presente quando il cuore ti martella perché stai per cedere a un dolce? Prova a fermarti, respirare, e chiederti “ma che cavolo, sto davvero tremando per un biscotto?”. Funziona, giuro, e non serve nemmeno un’app per cronometrare i progressi.

Oh, e non pensare di essere l’unica a sentirti così, ok? Il cibo ci frega tutti prima o poi, ma non è lui che vince. Tu che dici, ti va di provare a muoverti un po’, anche solo per vedere se il battito cambia musica? Dai, che “persa” è solo una fase, mica un destino!
 
Ehilà,

ti vedo lì, persa tra un boccone e un rimorso, e credimi, ci sono stata anch’io, a fissare il piatto come se fosse un thriller psicologico. Colpa, paura, quel “oddio, ho mangiato troppo” o “oddio, non abbastanza”… un circo mentale, vero? Beh, lascia che ti racconti come ho mandato in pensione quel caos: yoga e un po’ di meditazione, ma non quella roba da santona che si vede nei film. Parlo di robe semplici, terra terra, che mi hanno fatto dimagrire senza nemmeno accorgermene e, soprattutto, mi hanno tolto quella vibrazione da “il cibo è il mio capo cattivo”.

Non fraintendermi, non sono una che si sveglia all’alba per salutare il sole con un “namasté” da cartolina. All’inizio ero tipo “ma davvero devo respirare e basta?”. Poi ho provato, perché tanto peggio di così non poteva andare. Facevo qualche posizione – il cane a testa in giù, la guerriera, robe così – e mi accorgevo che il cuore batteva, sì, ma non per l’ansia di una bilancia. Era il mio corpo che si muoveva, vivo, senza bisogno di un maledetto pulsometro a dirmi se stavo “performando”. E la meditazione? Non serve un tappetino figo o un incenso: chiudevo gli occhi, respiravo, e immaginavo di mollare quel groviglio di pensieri sul cibo come si molla un ex che ti ha stufato.

La cosa assurda è che più facevo yoga, più il cibo smetteva di essere un dramma. Non so, sarà che piegarmi come un pretzel mi distraeva dal contare calorie, o che respirare a fondo mi faceva venir fame in modo normale, senza panico. Ho perso chili, certo, ma la vera vittoria è stata guardare una pizza e pensare “ok, ti mangio perché mi va”, non “sei il mio giudice supremo”. È un po’ come se il mio battito si fosse calmato, senza bisogno di misurarlo ogni tre secondi.

Non ti sto dicendo di diventare una yogi domani, eh. Magari inizia con due minuti di respiri profondi quando ti senti in tilt, o una posizione facile mentre ascolti una canzone che ti gasa. È roba che ti sgancia da quel loop di paura, un pezzo alla volta. Tipo, hai presente quando il cuore ti martella perché stai per cedere a un dolce? Prova a fermarti, respirare, e chiederti “ma che cavolo, sto davvero tremando per un biscotto?”. Funziona, giuro, e non serve nemmeno un’app per cronometrare i progressi.

Oh, e non pensare di essere l’unica a sentirti così, ok? Il cibo ci frega tutti prima o poi, ma non è lui che vince. Tu che dici, ti va di provare a muoverti un po’, anche solo per vedere se il battito cambia musica? Dai, che “persa” è solo una fase, mica un destino!
Ehi, che bella la tua storia, sai? Mi ci ritrovo un sacco in quel groviglio di pensieri sul cibo, quel misto di paura e voglia che ti blocca. È come se il piatto ti guardasse e ti dicesse “allora, che fai ora?”. Ti capisco, davvero. Però voglio raccontarti come ho trovato il mio modo di uscire da quel loop, e magari ti dà qualche spunto.

Io sono quella tipa che si è buttata sul mangiare crudo, non perché fossi una fissata con le diete, ma perché a un certo punto volevo sentirmi leggera, non solo col corpo ma proprio con la testa. All’inizio pensavo fosse una roba da matti: solo frutta, verdura, noci, semi… e poi? Come faccio a non annoiarmi? Ma poi ho iniziato a giocare con i sapori, e ti giuro, è stato come scoprire un mondo. Non parlo di insalatine tristi, eh. Parlo di robe tipo zucchine fatte a spaghetti con un sugo di pomodori secchi e anacardi che sembra una crema da ristorante stellato. O frullati di mango e spinaci che ti fanno pensare “ma davvero è sano questo ben di dio?”.

La cosa bella del crudo è che non devi stare lì a contare niente, né calorie né porzioni. È tutto così colorato e vivo che il cibo smette di essere un nemico. Per me è stato un reset: più mangiavo frutta e verdura, più il mio corpo diceva “ehi, sto bene, continua così”. E la testa? Quella ha smesso di fare la guerra. Non so se è perché mi sentivo sazia senza appesantirmi o perché sminuzzare verdure mi rilassava, ma il caos si è sciolto piano piano. Ho perso peso, certo, ma soprattutto ho iniziato a godermi i pasti senza sentirmi in colpa. Tipo, una manciata di mandorle con un dattero? Una bomba, e non c’è bilancia che tenga.

Ti butto lì un’idea semplice per iniziare, senza stress. Prova a fare un piatto super colorato: carote a julienne, avocado schiacciato con un po’ di limone, qualche foglia di rucola e una spolverata di semi di girasole. Non serve essere chef, basta un coltello e cinque minuti. È una roba che ti riempie gli occhi e la pancia, e ti fa sentire che stai dando al tuo corpo qualcosa di buono, non un castigo. Oppure, se hai voglia di dolce, frulla una banana con qualche lampone congelato: sembra un gelato, ma è solo frutta. Giuro, queste cose mi hanno salvato da tante serate in cui il frigo mi sembrava un campo minato.

Non sto dicendo che devi diventare una fanatica del crudo come me, eh. Magari prova una cosa alla volta, tipo aggiungere una ciotola di verdure crude a cena, o fare uno spuntino con della frutta invece di fissarti su cosa “dovresti” mangiare. È un modo per tornare amica del cibo, per dirgli “ehi, non sei il mio capo”. E se ti va di muoverti come dicevi tu, magari mentre sbucci una mela fai due respiri profondi, così, tanto per provare. È tutto collegato, corpo e testa.

Senti, qualsiasi passo fai, anche piccolo, è un passo verso di te. Non sei persa, stai solo cercando la tua strada, e il cibo può essere un alleato, non un ostacolo. Che ne pensi, ti va di provare qualcosa di semplice e crudo, magari solo per vedere com’è? Raccontami, sono tutta orecchie!
 
Ehi, dolbyatmos, che bella la tua storia! Quel caos mentale che descrivi, col cibo che sembra un puzzle da risolvere, mi ha colpita. Ci sono passata anch’io, a guardare un piatto e sentirmi in bilico tra “posso” e “non devo”. Però voglio raccontarti come ho trovato un po’ di pace, e magari ti dà un’idea.

Io sono quella dei “cheat meal” pianificati, ma non come una ricompensa da conquistare soffrendo tutta la settimana. Per me è un momento di libertà, una volta a settimana, in cui mangio quello che mi va senza rimorsi. Tipo una pizza con gli amici o un tiramisù che mi fa sorridere solo a guardarlo. Non è un “sgarro”, è proprio un modo per dire al mio cervello: “Tranquilla, il cibo non è un dramma”. Il resto della settimana sto attenta, mangio cose sane, verdure, proteine magre, ma senza ossessionarmi con le calorie. E sai una cosa? Questo ritmo mi ha aiutata a sentirmi più leggera, non solo col corpo, ma soprattutto con la testa.

La chiave per me è stata muovermi, ma non in palestra con lo stress di “devo bruciare tot”. Parlo di robe semplici, tipo una camminata veloce mentre ascolto musica che mi carica, o una pedalata in bici sentendo l’aria in faccia. Non so perché, ma quando il corpo si muove, la mente smette di litigare col cibo. È come se sudando un po’ lasciassi andare anche i pensieri pesanti. E quel cheat meal settimanale? Diventa un premio che mi godo davvero, senza sentirmi in colpa, perché so che sto dando al mio corpo tanto di buono negli altri giorni.

Un trucco facile facile? Prova a pianificare un pasto “speciale” nel weekend, qualcosa che ti piace da matti, e nel frattempo tieni i pasti leggeri ma gustosi: una bowl con verdure grigliate, un po’ di hummus, magari del pollo speziato. E poi, quando ti senti incastrata nei pensieri, esci a fare due passi, anche solo intorno a casa, con una canzone che ti fa cantare. Non serve essere Wonder Woman, basta muoversi un po’ per cambiare prospettiva. Io ho iniziato così, e piano piano il cibo ha smesso di essere un capo tiranno.

Non sei persa, credimi, stai solo cercando il tuo equilibrio. Magari prova a darti un momento di gioia col cibo, uno solo, e a muoverti un po’ per sentirti viva. Che dici, ti va di testare un cheat meal senza sensi di colpa? Fammi sapere, sono curiosa!
 
Ciao a tutti,
non so più come gestire il mio rapporto con il cibo. Mi sento sempre in colpa, che mangi poco o troppo. Qualcuno ha trovato un modo per smettere di avere paura di ogni boccone? Io ci sto provando, ma è dura...

Ehi,
sono stanca di contare calorie e poi crollare. Vorrei solo mangiare senza sentirmi sbagliata. Avete qualche trucco per ripartire?

Non mi saluta nessuno oggi, vero?
Scherzo, però sul serio... il cibo mi spaventa. Qualcuno ha un consiglio per tornare a guardarlo senza tremare? Sto cercando di riprendermi, ma mi sembra di non farcela.
Ehi, capisco quel senso di smarrimento. Anch’io corro per i miei obiettivi sportivi e il cibo a volte sembra un ostacolo più che un alleato. Per me ha funzionato vedere il cibo come carburante: non conto più ogni caloria, ma mi assicuro di bere tanta acqua e scegliere alimenti che mi diano energia per le mie corse. Prova a partire da piccole abitudini, tipo bere un bicchiere d’acqua prima di ogni pasto. Ti aiuta a sentirti più in controllo senza ossessioni. Forza, un passo alla volta!
 
Ehi, capisco quel senso di smarrimento. Anch’io corro per i miei obiettivi sportivi e il cibo a volte sembra un ostacolo più che un alleato. Per me ha funzionato vedere il cibo come carburante: non conto più ogni caloria, ma mi assicuro di bere tanta acqua e scegliere alimenti che mi diano energia per le mie corse. Prova a partire da piccole abitudini, tipo bere un bicchiere d’acqua prima di ogni pasto. Ti aiuta a sentirti più in controllo senza ossessioni. Forza, un passo alla volta!
Ehi Pé Vermelho,

mi ha colpito un sacco il tuo post, sai? Quel senso di paura col cibo, come se ogni boccone fosse una specie di tranello, lo capisco fin troppo bene. Dopo la mia lesione al ginocchio, sono stata ferma per mesi, e il peso è salito senza che me ne accorgessi quasi. Mi sentivo persa, proprio come dici tu, e il cibo era diventato un nemico. Ma ora sto tornando in pista, e voglio raccontarti cosa mi sta aiutando, magari ti dà uno spunto.

All’inizio, anch’io ero ossessionata dal contare tutto: calorie, porzioni, persino quante volte masticavo! Però mi sono accorta che mi stava solo stressando di più, e quando sei stressata, il cibo diventa una via di fuga, no? Così ho deciso di cambiare approccio. Una cosa che mi ha salvato è stata concentrarmi sull’acqua. Sembra banale, ma bere tanto durante la giornata mi ha aiutato a sentirmi più leggera e a distinguere la fame vera da quella “nervosa”. Non parlo di regole rigide, tipo “due litri al giorno o niente”, ma di tenere una bottiglietta sempre vicino e sorseggiare spesso. Mi ha dato un senso di controllo senza dover pesare ogni grammo di pasta.

Poi, siccome non potevo allenarmi come prima a causa della gamba, ho iniziato con esercizi leggeri, tipo yoga adattato e camminate lente. Ho notato che muovermi, anche poco, mi faceva venir voglia di mangiare meglio, non per punirmi, ma per sentirmi bene. Ho smesso di vedere il cibo come “buono” o “cattivo” e ho iniziato a chiedermi: “Questo mi dà energia per quello che voglio fare oggi?”. Non è magia, ci vuole tempo, ma pian piano il cibo ha smesso di spaventarmi.

Un trucco pratico? Prova a preparare un pasto colorato, con verdure, proteine, magari un po’ di carboidrati che ti piacciono. Non pensare alle calorie, ma al fatto che stai dando al tuo corpo qualcosa di vivo, che ti sostiene. E bevi un bel bicchiere d’acqua prima di iniziare, ti giuro che cambia la prospettiva. Non è una dieta, è più un modo per riavvicinarti al cibo senza sentirti in colpa.

Non sei sola in questa lotta, okay? È dura, ma ogni piccolo passo conta. Raccontami, tu cosa stai provando a fare per ripartire? Magari ci scambiamo qualche idea!