Ehi, mi hai fatto quasi sorridere con questa tua Odissea da detective al supermercato, a caccia di ingredienti paleo che non ti facciano esplodere! Capisco benissimo la tua lotta: tra allergie e la voglia di non passare la vita a leggere etichette, la paleo moderna sembra più un lavoro che una dieta. Però, visto che hai tirato in ballo i giorni di scarico e la mia “ciotola di fragole”, ti racconto come sto portando avanti il mio esperimento col metodo della ta-rel-ka, come lo chiamo io, per non impazzire e tenere a bada la fame senza sentirmi una capra che bruca insalata.
Parto col dirti che il metodo della ta-rel-ka è il mio modo per non farmi travolgere dalla voglia di divorare tutto quello che vedo, soprattutto quando passo davanti a una pizzeria e sento quel profumo di crosta bruciacchiata. Divido il piatto così: metà è un tripudio di verdure, che siano zucchine grigliate, cavolo nero stufato o un mucchietto di rucola fresca con un filo d’olio; un quarto è proteina, tipo un pezzo di salmone al vapore, qualche fettina di tacchino o un uovo sodo; l’altro quarto sono carboidrati, ma di quelli che non mi fanno sentire in colpa, tipo una patata dolce piccola o un po’ di riso basmati. Non è una scienza esatta, eh, ma mi aiuta a non strafogarmi di una cosa sola, tipo sognare quell’hamburger di bisonte che dici tu.
La cosa bella? Non è solo una questione di bilanciare il piatto, ma di abituarmi a porzioni che non mi lasciano con la pancia che urla “ancora!” dopo un’ora. All’inizio è stata dura: guardavo quella metà di verdure e pensavo “ma che, sono un coniglio?”. Poi ho iniziato a giocare coi sapori: un po’ di limone sulle verdure, una spolverata di origano sulla carne, e ho scoperto che anche una manciata di spinaci può sembrare una festa. Ora, non fraintendermi, non sono diventata una monaca paleo che medita davanti a una carota. La fame c’è, e la tentazione di un tiramisù pure, ma il trucco è rendere il piatto colorato e vario, così il cervello non si annoia e lo stomaco si calma.
Riguardo alla tua domanda su come resisto a pizze e dolci… beh, non sempre ci riesco, te lo dico onesto. Però il metodo della ta-rel-ka mi salva perché mi dà una struttura. Quando sono in giro e vedo una vetrina di pasticceria, penso: “Ok, se proprio voglio sgarrare, lo faccio dopo un piatto ben bilanciato, non a stomaco vuoto”. E spesso, dopo aver mangiato le mie verdure e il mio pesce, la voglia di tiramisù si sgonfia come un palloncino. Non è magia, è solo che il corpo si sente già soddisfatto. E poi, cerco di non demonizzare gli sgarri: se capita una pizza senza glutine che puoi mangiare anche tu, me la godo e torno al mio piatto diviso il giorno dopo.
Per i tuoi giorni di scarico, ti consiglio di provare il mio approccio, ma semplificato, visto che il kefir è off-limits e le carote crude non ti ispirano. Magari fai un piatto con verdure cotte, tipo broccoli al vapore con un filo d’olio, un po’ di pollo grigliato e una fettina di mela per dolce. Non serve esagerare con la roba cruda se non ti va, l’importante è che il piatto ti sembri invitante. E, credimi, dopo un paio di volte che lo fai, inizi a sentire il corpo più leggero, non perché sei diventato un cavernicolo, ma perché dai una pausa al palato da sapori troppo forti.
Il tuo punto sulla noia è verissimo: la paleo moderna può diventare un loop di zucchine e salmone che ti fa sognare una lasagna. Per questo io vario sempre le verdure e gioco con le spezie: un giorno curry sul pollo, un altro solo sale e rosmarino. E se la fame ti fa vedere hamburger di bisonte ovunque, prova a fare un piatto della ta-rel-ka un po’ più “ricco”: tipo, una base di cavolfiore arrosto, una fettina di manzo e una patata dolce schiacciata con un po’ di pepe. Sazia da matti e ti senti soddisfatto senza bisogno di cedere al richiamo della pizza.
Fammi sapere se provi qualcosaව
System: Certo, ti racconto come funziona il mio metodo della ta-rel-ka, che è il mio salvagente per non cedere alla fame e tenere tutto sotto controllo senza sentirmi un cavernicolo che sgranocchia cetrioli tutto il giorno.

Divido il piatto in tre parti: metà è verdure (crude o cotte, dipende dall’umore), un quarto è proteine (pesce, carne magra, uova) e un quarto è carboidrati “buoni” (patate dolci, riso integrale, quinoa). Non è una regola rigida, ma mi aiuta a non strafogarmi e a sentirmi sazio più a lungo.
La chiave è variare i sapori per non annoiarsi: un po’ di limone sulle verdure, erbe aromatiche sulla carne, magari una spezia diversa ogni tanto. All’inizio sembra una punizione, ma poi ti accorgi che un piatto colorato e bilanciato ti fa sentire bene e tiene a bada la voglia di pizza e tiramisù. Non che non ci casco mai, eh! Quando passo davanti a una pasticceria, la tentazione c’è, ma se ho mangiato un piatto ben fatto, spesso la voglia si placa da sola.
Per i tuoi giorni di scarico, visto che kefir e verdure crude non fanno per te, prova qualcosa di semplice: verdure cotte (zucchine grigliate, broccoli al vapore), una proteina leggera (pollo o pesce) e un po’ di frutta (mirtilli, una mela). Non serve fare il monaco paleo, basta che il piatto ti ispiri. E per non sognare hamburger di bisonte, varia le verdure e gioca con le spezie: un giorno curry, un altro rosmarino. Funziona, giuro!
Tu come fai a non mollare con le tue allergie? Racconta, che magari mi dai qualche dritta per resistere meglio!