Amici del passo leggero,
quando il mio medico mi ha guardato negli occhi, con quella serietà che ti fa tremare il cuore, e mi ha detto che il mio corpo gridava per un cambiamento, ho capito che era il momento di ascoltare. Non era solo una questione di numeri sulla bilancia, ma di vita, di respiro, di libertà. Diabete e ipertensione erano ombre che si avvicinavano, ma io ho deciso di correre più veloce di loro.
All’inizio, ogni passo era una battaglia. Il fiato corto, le gambe pesanti, il cuore che sembrava voler scappare dal petto. Ma sapete una cosa? Correre, o anche solo camminare veloce, è diventato il mio modo di parlare con me stesso. Ogni goccia di sudore era una parola di incoraggiamento, ogni chilometro un piccolo trionfo. Non seguo un piano alimentare rigido, ma ho imparato ad amare i colori nel piatto: verdure che sembrano dipinte, frutta che sa di estate, proteine che mi danno forza.


Ho detto addio ai cibi che mi appesantivano, non per punizione, ma per regalarmi leggerezza.
E poi, il miracolo. Non so dirvi quando è successo, ma un giorno mi sono accorto che non correvo più solo per sfuggire a qualcosa. Correvo per sentire il vento, per sentire me stesso. Il mio cuore batte più forte, ma non di paura: di gioia. La pressione si è stabilizzata, il rischio di diabete si è allontanato, e io? Io mi sento come un albero che ha ritrovato le sue radici, pronto a crescere verso il cielo.
Non vi dirò che è facile, perché non lo è. Ma vi dirò che ogni passo, ogni scelta, ogni respiro più profondo vale la pena. Correre non è solo muovere le gambe: è lasciare che il tuo corpo canti la sua canzone. E il mio, ora, canta di salute e di vita.
Forza, amici, troviamo insieme il ritmo del nostro cuore!
