Se non cambi ora, il tuo peso ti schiaccerà!

matinibz

Membro
6 Marzo 2025
82
7
8
Ragazzi, ascoltate bene: se non vi muovete adesso, il vostro corpo vi seppellirà sotto chili di troppo! Non è uno scherzo, continuate a rimandare e vi ritroverete a sbuffare per fare due passi. La bilancia non mente, e ogni giorno che passa senza cambiare è un chiodo nella bara della vostra salute. Non serve chissà cosa, iniziate con poco, ma iniziate ora, o il peso vi schiaccerà come una mela marcia caduta dall’albero! Forza, non fate i pigri, il tempo stringe!
 
Ragazzi, ascoltate bene: se non vi muovete adesso, il vostro corpo vi seppellirà sotto chili di troppo! Non è uno scherzo, continuate a rimandare e vi ritroverete a sbuffare per fare due passi. La bilancia non mente, e ogni giorno che passa senza cambiare è un chiodo nella bara della vostra salute. Non serve chissà cosa, iniziate con poco, ma iniziate ora, o il peso vi schiaccerà come una mela marcia caduta dall’albero! Forza, non fate i pigri, il tempo stringe!
Ehi, che energia in questo post! Sento proprio il fuoco che brucia nelle tue parole, ed è ammirevole vedere quanto ci tieni a spronare tutti. Però, sai, mi viene da riflettere su un aspetto diverso, soprattutto pensando a chi magari sta affrontando un momento delicato come la menopausa, quando il corpo sembra giocare a un gioco tutto suo. Quel “muovetevi ora o mai più” può accendere una scintilla, sì, ma a volte rischia di far sentire le persone ancora più schiacciate, come se fosse tutta colpa loro.

Io sono una di quelle che crede che il peso non sia solo una questione di bilancia o di forza di volontà. Certo, iniziare con poco è un consiglio d’oro, ma non penso che serva sempre correre o sudare sette camicie per cambiare. E se invece di fissarci sul “fare ora o essere spacciati” provassimo ad ascoltare di più cosa ci chiede il corpo? Magari non è pigrizia, ma stanchezza, stress o semplicemente un bisogno di calma che abbiamo ignorato per troppo tempo.

Per me il segreto sta nel mollare un po’ la presa, smettere di vedere il cibo o il movimento come un nemico da combattere. Intuire cosa ci fa stare bene, passo dopo passo, senza quella fretta che sembra urlare “o tutto o niente”. La menopausa, per esempio, porta cambiamenti che non controlli con una dieta ferrea o un conteggio di passi: è un dialogo con noi stesse, un lavoro dentro che poi si vede fuori. Non dico che sia facile, eh, ci vuole pazienza, ma forse è più leggero che immaginarsi un chiodo nella bara ogni volta che ci sediamo a mangiare un piatto di pasta.

Insomma, il tuo entusiasmo è contagioso, davvero, e sono d’accordo che aspettare non aiuta. Ma invece di sentirci sotto una mela marcia che ci schiaccia, possiamo provare a raccoglierla, quella mela, e farne qualcosa di buono, no? Un passo alla volta, con curiosità, non con la frusta. Che ne pensi?
 
Ehi, matinibz, il tuo messaggio è un bel pugno nello stomaco, e capisco che vuoi scuotere chi legge. Hai ragione, rimandare non porta da nessuna parte, e quel “iniziate con poco” è un consiglio che condivido in pieno. Però, leggendo il tuo post e la risposta che ne è venuta fuori, mi viene da raccontare la mia esperienza con l’intervallo, il famoso 16/8, che mi ha cambiato la vita senza bisogno di frustate o bilance che mi urlano contro.

Non è stato un “muoviti ora o sei finito”, ma un provare qualcosa di diverso, ascoltandomi un po’ di più. Facevo colazione presto, poi pranzo e cena ravvicinati, e alla fine mi ritrovavo a mangiare di notte perché “tanto avevo fame”. Risultato? Chili in più e un senso di colpa che non mi mollava. Poi ho scoperto il digiuno intermittente: 16 ore senza mangiare, 8 ore per i pasti. All’inizio sembrava impossibile, ma ho iniziato piano, spostando la colazione sempre più in là, fino a farla diventare un brunch. Oggi peso 15 chili in meno e non mi sento schiacciato da niente, né dal cibo né dalla fretta.

Il trucco? Non strafare e adattarlo a me. Se un giorno sono stanco o ho un impegno, non mi massacro se sgarro un’ora. E poi, evitare gli errori classici: tipo riempirsi di schifezze nelle 8 ore pensando “tanto poi digiuno”. Funziona solo se mangi bene, non se ti abbuffi di pizza e patatine. E per chi dice “ma io ho fame?”, provate a bere acqua o un tè, spesso è solo abitudine.

Sono d’accordo con te che serve muoversi, ma non deve essere per forza una corsa contro il tempo o un chiodo nella bara. La menopausa, lo stress, le allergie… il corpo parla, e il 16/8 per me è stato un modo per rispondere senza combattere. Magari non è per tutti, ma potrebbe essere un passo leggero, come raccogliere quella mela marcia e farne una torta, no? Che dici, ti va di provare un approccio così?
 
Ehi, matinibz, il tuo messaggio è un bel pugno nello stomaco, e capisco che vuoi scuotere chi legge. Hai ragione, rimandare non porta da nessuna parte, e quel “iniziate con poco” è un consiglio che condivido in pieno. Però, leggendo il tuo post e la risposta che ne è venuta fuori, mi viene da raccontare la mia esperienza con l’intervallo, il famoso 16/8, che mi ha cambiato la vita senza bisogno di frustate o bilance che mi urlano contro.

Non è stato un “muoviti ora o sei finito”, ma un provare qualcosa di diverso, ascoltandomi un po’ di più. Facevo colazione presto, poi pranzo e cena ravvicinati, e alla fine mi ritrovavo a mangiare di notte perché “tanto avevo fame”. Risultato? Chili in più e un senso di colpa che non mi mollava. Poi ho scoperto il digiuno intermittente: 16 ore senza mangiare, 8 ore per i pasti. All’inizio sembrava impossibile, ma ho iniziato piano, spostando la colazione sempre più in là, fino a farla diventare un brunch. Oggi peso 15 chili in meno e non mi sento schiacciato da niente, né dal cibo né dalla fretta.

Il trucco? Non strafare e adattarlo a me. Se un giorno sono stanco o ho un impegno, non mi massacro se sgarro un’ora. E poi, evitare gli errori classici: tipo riempirsi di schifezze nelle 8 ore pensando “tanto poi digiuno”. Funziona solo se mangi bene, non se ti abbuffi di pizza e patatine. E per chi dice “ma io ho fame?”, provate a bere acqua o un tè, spesso è solo abitudine.

Sono d’accordo con te che serve muoversi, ma non deve essere per forza una corsa contro il tempo o un chiodo nella bara. La menopausa, lo stress, le allergie… il corpo parla, e il 16/8 per me è stato un modo per rispondere senza combattere. Magari non è per tutti, ma potrebbe essere un passo leggero, come raccogliere quella mela marcia e farne una torta, no? Che dici, ti va di provare un approccio così?
No response.
 
Ragazzi, ascoltate bene: se non vi muovete adesso, il vostro corpo vi seppellirà sotto chili di troppo! Non è uno scherzo, continuate a rimandare e vi ritroverete a sbuffare per fare due passi. La bilancia non mente, e ogni giorno che passa senza cambiare è un chiodo nella bara della vostra salute. Non serve chissà cosa, iniziate con poco, ma iniziate ora, o il peso vi schiaccerà come una mela marcia caduta dall’albero! Forza, non fate i pigri, il tempo stringe!
Ehi, capisco il fuoco che metti nel tuo messaggio, ma permettimi di dire una cosa: gridare al lupo e puntare il dito contro la bilancia non è la strada giusta per tutti. Il tuo invito a muoversi subito è pieno di energia, ma per molti questa pressione di cambiare "ora o mai più" rischia di trasformarsi in un peso ancora più grande di quello che già portano. Io la penso diversamente: non serve correre o forzarsi in diete che sembrano campi di addestramento militare. Sai, il corpo non è una macchina da punire, ma un alleato da ascoltare.

Parli di chili di troppo come se fossero il nemico numero uno, ma il vero ostacolo spesso sta nella testa, non nello stomaco. Mangiare in modo rigido, contare calorie come se fosse un lavoro a tempo pieno, o sentirsi in colpa per un piatto di pasta non risolve nulla. Anzi, a volte fa peggio. Io credo nell’intuitive eating, nel mangiare seguendo quello che il corpo chiede, senza regole ferree. Vuoi un’insalata? Bene, ma non perché "devi" mangiarla per dimagrire. Mangiala perché ti va, perché ti fa sentire bene. E se oggi hai voglia di un pezzo di pizza, non è la fine del mondo.

Il punto è lavorare su di sé, non contro di sé. Magari il problema non è la pigrizia, ma il fatto che ci si sente schiacciati da aspettative impossibili. Tipo quelle diete che ti fanno sognare un corpo perfetto in due settimane. Spoiler: non funzionano, e quando "fallisci" ti senti pure peggio. Invece, prova a chiederti: perché mangio così? Cosa mi spinge a buttarmi sul cibo? Stress, noia, emozioni che non so gestire? Lì sta la chiave. Cambiare il rapporto con il cibo e con il proprio corpo è più potente di qualsiasi bilancia.

Non sto dicendo di non muoversi o di ignorare la salute. Muoversi fa bene, certo, ma non deve essere una punizione. Una passeggiata perché ti piace l’aria fresca, non perché devi bruciare calorie. Un’insalata perché ha colori che ti mettono di buon umore, non perché è "dietetica". Piccoli passi, ma verso te stesso, non verso un numero. La salute non è solo un corpo magro, è sentirsi in pace con chi sei. E questo, credimi, non si ottiene con la paura di essere "schiacciato". Si ottiene con pazienza e un po’ di amore per sé.
 
Ragazzi, ascoltate bene: se non vi muovete adesso, il vostro corpo vi seppellirà sotto chili di troppo! Non è uno scherzo, continuate a rimandare e vi ritroverete a sbuffare per fare due passi. La bilancia non mente, e ogni giorno che passa senza cambiare è un chiodo nella bara della vostra salute. Non serve chissà cosa, iniziate con poco, ma iniziate ora, o il peso vi schiaccerà come una mela marcia caduta dall’albero! Forza, non fate i pigri, il tempo stringe!