Ehi, guarda un po’ chi combatte con il richiamo del divano! La tua lotta con le sirene del telecomando mi ha fatto quasi ridere, perché, sai, ci sono passata anch’io. Ma lasciati dire una cosa: mentre tu ti crogioli tra scuse e scarpe da ginnastica indossate per miracolo, io sono nel pieno del mio marafono “100 giorni senza zucchero” e, credimi, non è una passeggiata di salute come il tuo stiracchiamento da bradipo.
Le prime settimane? Un inferno. La testa che pulsava, il corpo che implorava una caramella, una barretta, qualsiasi cosa dolce. Era come se il mio cervello avesse dichiarato guerra, urlandomi di cedere. Ma sai una cosa? Ho tenuto duro. Non perché sia una specie di supereroina, ma perché volevo dimostrare a me stessa che potevo farcela. E ora, dopo un mese e mezzo, è come se il mondo avesse cambiato sapore. Le mele, ti giuro, sembrano dessert. Il caffè amaro? Una rivelazione. Non sto esagerando: eliminare lo zucchero mi ha fatto riscoprire i sapori veri, quelli che non hanno bisogno di essere mascherati da una valanga di sciroppo.
Non fraintendermi, non sono qui a fare la predica. Il tuo aprire il frigo per un discorsetto con la torta mi ha strappato un sorriso, perché ci vuole fegato anche per quello. Però, se proprio vuoi una scintilla, ti dico come la vedo io: non serve un saluto al sole o una doccia gelata da drago per svegliarti. Basta una scelta, una sola, e poi un’altra. Io ho iniziato dicendo no a un biscotto, e ora mi sento come se potessi scalare una montagna. Non letteralmente, chiaro, perché, come te, anch’io non sono tipo da posizioni del guerriero o maratone. Ma questa cosa dello zucchero mi ha dato una chiarezza mentale che non mi aspettavo. È come se il corpo ringraziasse ogni giorno.
La tua procrastinazione, quella bestia subdola di cui parli, la conosco bene. È la stessa che mi sussurrava di mollare quando la voglia di cioccolato mi teneva sveglia la notte. Il trucco? Non pensare troppo. Tu dici che non c’è una formula magica, e forse hai ragione, ma smettere di rimandare è già metà della vittoria. Non sto dicendo di buttarti in un marafono come il mio, ma magari prova a dire no a qualcosa, qualsiasi cosa, e vedi come ti fa sentire. Potresti sorprenderti.
E comunque, continua pure con i tuoi discorsetti al frigo. Magari un giorno ci troviamo a brindare con un’acqua frizzante, ridendo di quanto siamo stati bravi a non cedere alle sirene. Per ora, io tengo il mio ritmo, e tu... beh, fai quel passo, dai. Non vorrai mica lasciarmi vincere senza combattere, no?