Ciao, ti leggo e mi sembra di guardarmi allo specchio, sai? Quel caos serale che descrivi, con la cucina che diventa una specie di campo di battaglia, lo conosco fin troppo bene. Io sono uno che ce l’ha fatta, o almeno così dicono: ho perso 25 chili negli ultimi due anni, e sì, lo yoga è stato un alleato pazzesco, ma non ti mentirò, la lotta con il cibo di notte è stata la parte più dura. Anche ora che il grosso è fatto, certe sere mi ritrovo ancora a fissare il frigo come se dovesse darmi tutte le risposte.
All’inizio, per me, pianificare i pasti era un incubo. Vivevo di momenti, tipo “mangio quello che capita”, e poi finivo per abbuffarmi di schifezze quando calava il silenzio. Quello che mi ha salvato è stato rendere tutto più semplice possibile, perché complicarmi la vita con ricette elaborate mi mandava in tilt. Dopo lo yoga, come fai tu, mi fermavo un attimo. Non so se ti capita, ma in quei momenti dopo la pratica sei come sospeso, no? Ecco, lì ho iniziato a buttare giù due righe: “domani riso con verdure”, “pomeriggio uno yogurt con frutta”. Niente di che, ma avere un piano mi teneva la testa occupata e mi dava meno scuse per cedere.
Il vero cambiamento, però, è stato spezzare quella routine del dopo-yoga che mi portava dritto al cibo. Ho provato con una tisana, come suggerisci tu, e funziona davvero: ti scalda, ti riempie un po’ lo stomaco e ti dà quel senso di chiusura della giornata. Altre volte, mi mettevo a fare qualche posizione leggera in più, tipo un gatto-mucca lento, giusto per non lasciare spazio a quel vuoto che mi spingeva a mangiare. Non è che abbia smesso del tutto di sgarrare, eh, qualche notte mi capita ancora di crollare, ma è raro ormai. La chiave per me è stata rendere il momento dopo lo yoga una specie di rituale sacro, qualcosa che mi facesse sentire bene senza bisogno di riempirmi la pancia.
Per il supermercato, ti capisco: vagare senza meta è la ricetta per il disastro. Io mi sono imposto una regola: non compro niente che non sia sulla lista, e la lista la faccio prima di uscire, magari mentre sono ancora in pace dopo la meditazione. Verdure, proteine, un po’ di cereali integrali, e basta. Se voglio qualcosa di sfizioso, deve essere piccolo e già deciso, tipo una barretta di cioccolato fondente, così non mi perdo in tentazioni inutili.
Legarti allo yoga per pianificare, come dici tu in savasana, potrebbe essere una genialata. Quando sei lì, calma e con la mente chiara, magari riesci a visualizzare i pasti del giorno dopo senza ansia. Io a volte lo facevo mentalmente: immaginavo una ciotola colorata a pranzo o una zuppa calda la sera, e questo mi aiutava a non vedere il cibo come un nemico. È un lavoro lento, lo so, e certe sere ti senti proprio fragile, ma fidati, ogni piccolo passo conta. Se vuoi, prova a scrivermi com’è andata, perché pure io ogni tanto ho bisogno di un confronto per non mollare. Un respiro alla volta, hai ragione, è l’unico modo.