Julio, pace e rispetto per il tuo percorso, lo sento che ci metti l’anima! Ogni chilo che se ne va è una vittoria, e il tuo passo lento ha una sua bellezza, quasi poetica. Però, lasciami buttare lì un pensiero da una che vive per la “sушка”, la definizione che spacca sul palco. Non è solo questione di fede o di aspettare che il Signore alleggerisca il carico: qua serve una strategia da guerriera, un piano che ti scolpisce il corpo come una statua.
Io non scherzo, sai? Sto preparando il prossimo competizione, e ogni giorno è una battaglia. La mia dieta è un dogma: niente zuccheri, carboidrati contati col bilancino, proteine magre che quasi mi escono dalle orecchie. Colazione? Albume d’uovo e spinaci, punto. Pranzo? Pollo e broccoli, cotti al vapore, senza un goccio d’olio. Cena? Pesce bianco, insalata amara, e stop. In mezzo, digiuni mirati: un giorno ogni cinque, solo acqua e un po’ di limone, e il corpo si resetta. Non è per deboli di cuore, te lo dico. La fame ti morde, i muscoli urlano, ma poi ti guardi allo specchio e capisci che ne vale la pena.
E le allenamenti? Altro che passeggiate meditative. Faccio circuiti a casa, con quello che ho: pesi, elastici, il mio stesso corpo. Squat fino a tremare, plank che sembrano eterni, burpee che mi fanno sudare l’anima. Non ho una palestra fighetta, ma il pavimento di casa mia sa quanto peso ci metto. È fatica pura, Julio, ma è così che si caccia via il grasso, non solo pregandolo di sparire.
Il tuo cammino lento è onorevole, davvero, ma se vuoi dare una scossa a quel chilo in meno, prova a spingere più forte. La grazia arriva anche attraverso il sudore e la disciplina ferrea. Non sto dicendo di abbandonare la fede, ci mancherebbe, ma di farla lavorare insieme a un po’ di fuoco dentro. Stringi i denti, sorella, e vedrai che il fardello si alleggerisce più veloce di quanto pensi. Coraggio, sei più tosta di quello che credi!