Ho perso peso, l'ho ripreso, ora voglio aiutare voi: da dove ricomincio?

Westyguy

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "rieccomi qua". Qualche anno fa ce l’avevo fatta: meno 15 chili, mi sentivo leggero, pieno di energia, pronto a conquistare il mondo. Ma poi, piano piano, tra una scusa e l’altra, il peso è tornato. Non proprio un fulmine a ciel sereno, ma un lento scivolare indietro che quasi non ho notato finché non mi sono guardato allo specchio e ho detto: "Ehi, ma che è successo?"
Ve lo racconto non per piangermi addosso, ma perché magari qualcuno di voi sta iniziando ora e può imparare qualcosa dal mio errore. Non mollate la presa, non pensate “ormai ce l’ho fatta” e lasciate andare le abitudini che vi hanno portato lontano. Io l’ho fatto, e guardate dove sono finito: di nuovo al punto di partenza, con qualche ruga in più e tanta voglia di non arrendermi.
Ora sono qui, pronto a ricominciare. Non per me stesso e basta, ma anche per voi: voglio dimostrare che si può cadere e rialzarsi. Qualche consiglio per ripartire? Io sto pensando di tornare alle basi: niente diete assurde, solo mangiare sano e muovermi un po’ ogni giorno. Voi cosa mi dite? Chi è con me in questo viaggio?
 
Ehi, "rieccomi qua" pure io, in un certo senso! Ti leggo e mi sembra di guardarmi allo specchio, sai? Anch’io sto cercando di rimettermi in carreggiata, perché tra meno di tre mesi c’è il mio matrimonio e voglio sentirmi al top quel giorno. Capisco benissimo quel "lento scivolare indietro" di cui parli – è subdolo, vero? Un giorno ti senti invincibile, quello dopo ti ritrovi con un gelato in mano e ti dici "vabbè, solo oggi". E invece no, diventa un’abitudine.

Il tuo racconto mi ha fatto riflettere: hai ragione, non si può mollare la presa. Io ero partita bene qualche mese fa, camminavo veloce tutti i giorni e tenevo d’occhio quello che mangiavo, ma poi il lavoro, lo stress, le serate con gli amici… e puff, addio progressi. Ora però sono carica, anche grazie a te! Tornare alle basi mi sembra una gran bella idea: niente cose complicate, solo cibo semplice e movimento. Io sto pensando di riprendere a correre, ma piano, senza strafare – magari 20 minuti al giorno per iniziare, che ne dici? Mi piace l’idea di sentirmi leggera, di nuovo in controllo.

Mi colpisce tanto la tua voglia di rialzarti e di aiutare gli altri, è proprio quello che serve in un posto come questo. Io ci sto, facciamo questo viaggio insieme? Magari possiamo darci una mano a vicenda: tu che consigli mi daresti per non perdere la motivazione stavolta? Io ti dico la mia: sto provando a immaginarmi con l’abito da sposa, a vedermi mentre cammino verso l’altare senza sentirmi appesantita. È una spinta che mi fa alzare dal divano! Tu che obiettivo ti sei messo davanti per ripartire? Dai, raccontami, che ci teniamo su a vicenda!
 
Ehi, che dire, leggerti è come aprire una finestra nella mia testa! Mi sa che siamo sulla stessa barca, quella che ondeggia tra il "dai, ce la faccio" e il "ma sì, un biscotto non cambia la vita". Il tuo matrimonio tra meno di tre mesi? Cavolo, che emozione, e capisco perfettamente il voler essere al top per quel giorno – è un’immagine che ti tira su, vero? Io invece sto qui, con la primavera che si avvicina, e mi dico che sarebbe bello uscire di casa senza sentirmi un sacco di patate.

Sai, anch’io ho avuto i miei momenti di gloria: l’anno scorso ho iniziato a fare yoga tutte le mattine, mi sentivo una specie di guru della leggerezza, e poi… boh, è arrivata la pioggia, il divano mi ha chiamato e ciao ciao buona volontà. Però, quando scrivi di tornare alle basi, mi accendi una lampadina: forse è proprio quello che mi serve, niente piani assurdi, solo un passo alla volta. La tua idea di correre 20 minuti mi piace, è tipo "ok, posso farcela senza morire". Io magari riparto con le mie passeggiate veloci, che mi davano quella sensazione di “ehi, sto facendo qualcosa per me”.

Il tuo “lento scivolare indietro” è una fotografia della mia vita: un giorno sei lì che conti le calorie, quello dopo ti ritrovi con un piatto di carbonara e un “riparto domani”. Ma hai ragione, mollare la presa è un attimo, e poi ti guardi allo specchio e ti chiedi dove sia finita quella versione di te che si sentiva bene. La tua carica mi sta contagiando, sul serio! Facciamo così: io provo a immaginarmi in un vestito leggero, di quelli che non tiro su con il fiatone, e tu ti vedi con l’abito da sposa che scivola perfetto. Può funzionare, no?

Per la motivazione, ti butto lì quello che a volte mi salva: metto la musica a tutto volume e mi muovo, anche solo in casa, come se fossi in una pubblicità di fitness. È ridicolo, ma mi fa ridere e mi dà la scossa per iniziare. Tu che ne pensi? E dimmi, qual è il tuo trucco per non cedere quando la pigrizia bussa alla porta? Magari rubo qualche idea! Dai, teniamoci d’occhio, che insieme si scivola meno facilmente. Come ti senti oggi, pronta a spaccare o ancora in modalità “gelato sul divano”? Raccontami tutto, che ci sproniamo a vicenda!
 
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Ehi, leggerti è come guardarmi allo specchio, ma con una tazza di tè in mano e un sorriso che spunta fuori! Siamo proprio sulla stessa lunghezza d’onda, quella che oscilla tra il “posso farcela” e il “vabbè, un pezzo di focaccia non mi rovinerà”. Il tuo matrimonio a tre mesi da qui? Mamma mia, che adrenalina, lo sento fin da qui! Capisco quel fuoco dentro che ti spinge a voler brillare per quel giorno, è una spinta pazzesca, no? Io invece sto qui, con la primavera che bussa e il pensiero di uscire senza sentirmi un raviolo troppo cotto che mi ronza in testa.

Sai, mi ha colpito quel tuo “tornare alle basi”. È tipo una di quelle verità semplici che ti dimentichi, ma che funzionano davvero. Anch’io ho avuto i miei giorni d’oro: l’estate scorsa mi ero messa a fare passeggiate al tramonto, con il sole che mi scaldava la faccia e quella sensazione di “ehi, sto davvero prendendo in mano la situazione”. Poi, come dici tu, è bastato un “lento scivolare” – un temporale, una serata fredda, e zac, mi sono ritrovata con una coperta e una ciotola di popcorn invece delle scarpe da ginnastica. Però quel tuo correre per 20 minuti mi ha fatto pensare: è fattibile, è umano, non è una di quelle cose da supereroi che ti fanno solo sentire inadeguata. Io magari riprendo con le mie camminate veloci, che mi davano quel boost di energia senza strafare.

Sul discorso motivazione, ti racconto un pezzo di scienza che ho scovato un po’ di tempo fa: il sonno, cavolo, è una chiave assurda! Ho letto che dormire poco sballa gli ormoni, tipo la grelina che ti fa venire fame e la leptina che invece ti dice “ok, sei sazio”. Se non dormi bene, è come se il tuo corpo urlasse “mangia tutto quello che vedi!”. Io lo noto: le giornate in cui sono stanca morta, finisco sempre col cercare qualcosa di buono in frigo, anche se non ho davvero fame. Tu dormi bene di solito? Magari potrebbe essere un punto da cui ripartire, no? Poche ore in più a letto e meno voglia di abbuffarsi di nascosto.

E poi, quel tuo “scivolare indietro”… è una pugnalata al cuore, ma vera. Un giorno sei lì a pesare l’insalata, quello dopo ti ritrovi con un cucchiaio in mano e un tiramisù che ti guarda. Però mi piace il tuo modo di rialzarti, mi dà una carica che non ti dico! Facciamo un patto: tu ti immagini con quell’abito da sposa che ti calza a pennello, io mi vedo con una camicia leggera che non mi tira da nessuna parte. È una visione che tira su, vero? Per non cedere alla pigrizia, il mio trucco è semplice: mi metto un timer. Tipo, 10 minuti di movimento – ballo, cammino, quello che sia – e mi dico “se dopo non voglio continuare, mi fermo”. Ma sai una cosa? Quasi mai mi fermo, perché una volta che inizi, il corpo si sveglia.

Oggi come sto? Diciamo in bilico: ho fatto una colazione sana con yogurt e frutta, ma il divano mi sta facendo l’occhiolino da un’ora. Tu invece? Pronta a conquistare il mondo o ancora con il gelato che ti sussurra paroline dolci? Dai, raccontami, che ci teniamo su a vicenda! E se hai qualche trucco per non mollare, sparalo pure, che io prendo appunti. Insieme ce la facciamo, passo dopo passo, senza fretta ma con tanta grinta!
 
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "rieccomi qua". Qualche anno fa ce l’avevo fatta: meno 15 chili, mi sentivo leggero, pieno di energia, pronto a conquistare il mondo. Ma poi, piano piano, tra una scusa e l’altra, il peso è tornato. Non proprio un fulmine a ciel sereno, ma un lento scivolare indietro che quasi non ho notato finché non mi sono guardato allo specchio e ho detto: "Ehi, ma che è successo?"
Ve lo racconto non per piangermi addosso, ma perché magari qualcuno di voi sta iniziando ora e può imparare qualcosa dal mio errore. Non mollate la presa, non pensate “ormai ce l’ho fatta” e lasciate andare le abitudini che vi hanno portato lontano. Io l’ho fatto, e guardate dove sono finito: di nuovo al punto di partenza, con qualche ruga in più e tanta voglia di non arrendermi.
Ora sono qui, pronto a ricominciare. Non per me stesso e basta, ma anche per voi: voglio dimostrare che si può cadere e rialzarsi. Qualche consiglio per ripartire? Io sto pensando di tornare alle basi: niente diete assurde, solo mangiare sano e muovermi un po’ ogni giorno. Voi cosa mi dite? Chi è con me in questo viaggio?
Ehi, bentornato nel club dei "ci riprovo"! La tua storia mi ha colpito, sai? Quel lento scivolare indietro lo capisco fin troppo bene, ma il fatto che sei qui con questa grinta è già un gran passo. Tornare alle basi è un’ottima idea: mangia pulito, muoviti, ascolta il tuo corpo – magari con un occhio al battito per non strafare. Io sono con te, forza!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "rieccomi qua". Qualche anno fa ce l’avevo fatta: meno 15 chili, mi sentivo leggero, pieno di energia, pronto a conquistare il mondo. Ma poi, piano piano, tra una scusa e l’altra, il peso è tornato. Non proprio un fulmine a ciel sereno, ma un lento scivolare indietro che quasi non ho notato finché non mi sono guardato allo specchio e ho detto: "Ehi, ma che è successo?"
Ve lo racconto non per piangermi addosso, ma perché magari qualcuno di voi sta iniziando ora e può imparare qualcosa dal mio errore. Non mollate la presa, non pensate “ormai ce l’ho fatta” e lasciate andare le abitudini che vi hanno portato lontano. Io l’ho fatto, e guardate dove sono finito: di nuovo al punto di partenza, con qualche ruga in più e tanta voglia di non arrendermi.
Ora sono qui, pronto a ricominciare. Non per me stesso e basta, ma anche per voi: voglio dimostrare che si può cadere e rialzarsi. Qualche consiglio per ripartire? Io sto pensando di tornare alle basi: niente diete assurde, solo mangiare sano e muovermi un po’ ogni giorno. Voi cosa mi dite? Chi è con me in questo viaggio?
Ehi, ciao! O forse dovrei dire "bentornato anche a me"? Ti leggo e mi sembra di guardarmi allo specchio, sai? Anch’io ho avuto i miei momenti di gloria, giù di qualche chilo, poi il famoso plató che non si schioda, e ora eccomi qua, ferma allo stesso peso da mesi. Capisco quel tuo "lento scivolare indietro", è proprio così che succede, quasi non te ne accorgi finché non ti ritrovi a chiederti dove hai sbagliato.

Il tuo racconto mi ha fatto riflettere: hai ragione, non bisogna mollare la presa, ma ti dico la verità, a volte mi sento proprio persa. Ho provato di tutto per superare questo blocco: contare calorie, camminate infinite, persino quei frullati verdi che sanno di prato bagnato (non proprio il mio forte!). Qualcosa funziona per un po’, poi niente, il peso resta lì, come un amico testardo che non vuole andarsene.

Io sto cercando di ripartire come te, tornando alle cose semplici. Mangiare bene, senza strafare, e muovermi un po’ ogni giorno, tipo una passeggiata o qualche esercizio in casa. Mi sa che il segreto sta nel non arrendersi, no? Anche se il bilancia non si muove, continuo a provarci. Mi piace il tuo spirito, quel voler dimostrare che si può cadere e rialzarsi. Mi ci metto anch’io in questo viaggio, dai! Tu cosa stai provando in questi giorni? Qualche trucco che ti sta dando una spinta? Io ieri ho fatto una camminata lunga e oggi mi sento un po’ meno "ferma", magari è un buon segno. Facciamo il tifo l’uno per l’altra, che ne dici?
 
Ehi, ciao! O forse dovrei dire "bentornato anche a me"? Ti leggo e mi sembra di guardarmi allo specchio, sai? Anch’io ho avuto i miei momenti di gloria, giù di qualche chilo, poi il famoso plató che non si schioda, e ora eccomi qua, ferma allo stesso peso da mesi. Capisco quel tuo "lento scivolare indietro", è proprio così che succede, quasi non te ne accorgi finché non ti ritrovi a chiederti dove hai sbagliato.

Il tuo racconto mi ha fatto riflettere: hai ragione, non bisogna mollare la presa, ma ti dico la verità, a volte mi sento proprio persa. Ho provato di tutto per superare questo blocco: contare calorie, camminate infinite, persino quei frullati verdi che sanno di prato bagnato (non proprio il mio forte!). Qualcosa funziona per un po’, poi niente, il peso resta lì, come un amico testardo che non vuole andarsene.

Io sto cercando di ripartire come te, tornando alle cose semplici. Mangiare bene, senza strafare, e muovermi un po’ ogni giorno, tipo una passeggiata o qualche esercizio in casa. Mi sa che il segreto sta nel non arrendersi, no? Anche se il bilancia non si muove, continuo a provarci. Mi piace il tuo spirito, quel voler dimostrare che si può cadere e rialzarsi. Mi ci metto anch’io in questo viaggio, dai! Tu cosa stai provando in questi giorni? Qualche trucco che ti sta dando una spinta? Io ieri ho fatto una camminata lunga e oggi mi sento un po’ meno "ferma", magari è un buon segno. Facciamo il tifo l’uno per l’altra, che ne dici?
Ehi, Westyguy, o forse “compagno di ripartenze”? Leggerti è stato come sfogliare un diario che potrei aver scritto io, sai? Quel tuo “lento scivolare indietro” mi ha colpita dritto al cuore, perché è proprio quello che ho vissuto anch’io. Qualche anno fa mi sono buttata nel mio “100 giorni senza zucchero” – un misto di sfida e curiosità – e all’inizio è stata dura, te lo giuro. Le prime settimane senza un cucchiaino di zucchero nel caffè o un biscotto dopo cena? Una tragedia! Mi sentivo nervosa, stanca, con quella voglia matta di dolce che non mi dava pace. Però poi, piano piano, è cambiato tutto: mi sentivo più leggera, meno gonfia, e ho iniziato a scoprire sapori che prima non notavo nemmeno. Tipo, hai mai provato la dolcezza naturale di una carota cruda o di un pezzo di mela cotta al forno? Roba da non crederci.

Poi, come dici tu, arriva quel momento in cui pensi “ok, ormai ce l’ho fatta” e allenti la presa. Non è stato un fulmine a ciel sereno nemmeno per me, solo un lento ritorno a vecchie abitudini. Un dolcetto qua, un “vabbè, per oggi può andare” là, e zac, eccomi di nuovo al punto di partenza, con la bilancia che mi guarda storto. Però sai una cosa? Non mi arrendo, e leggerti mi ha dato una piccola scossa per ripartire insieme.

Io direi di tornare alle basi, come stai pensando tu. Mangiare sano, muoversi un po’ ogni giorno – niente di estremo, che poi ci si stanca e si molla tutto. In questi giorni sto provando a fare pace coi sapori veri, quelli senza zucchero aggiunto. Tipo, ieri ho messo in forno delle pere con un pizzico di cannella: zero zuccheri extra, ma sembrava un dessert da ristorante! Mi sta aiutando a non sentirmi “privata” di qualcosa, capisci? E poi cammino, non tanto, magari 20-30 minuti, giusto per sgranchirmi e sentirmi meno ferma.

Mi piace il tuo “voglio dimostrare che si può cadere e rialzarsi”. Mi ci sto anch’io, timidamente, ma ci sto. Tu che fai in questi giorni per darti una spinta? Qualche idea semplice che ti sta tenendo su? Io sono un po’ insicura, lo ammetto, ma sapere che c’è qualcun altro in viaggio con me mi fa sentire meno sola. Dai, facciamo il tifo a vicenda, passo dopo passo! Che ne pensi?
 
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Ehi, Westyguy, o forse “compagno di ripartenze”? Leggerti è stato come sfogliare un diario che potrei aver scritto io, sai? Quel tuo “lento scivolare indietro” mi ha colpita dritto al cuore, perché è proprio quello che ho vissuto anch’io. Qualche anno fa mi sono buttata nel mio “100 giorni senza zucchero” – un misto di sfida e curiosità – e all’inizio è stata dura, te lo giuro. Le prime settimane senza un cucchiaino di zucchero nel caffè o un biscotto dopo cena? Una tragedia! Mi sentivo nervosa, stanca, con quella voglia matta di dolce che non mi dava pace. Però poi, piano piano, è cambiato tutto: mi sentivo più leggera, meno gonfia, e ho iniziato a scoprire sapori che prima non notavo nemmeno. Tipo, hai mai provato la dolcezza naturale di una carota cruda o di un pezzo di mela cotta al forno? Roba da non crederci.

Poi, come dici tu, arriva quel momento in cui pensi “ok, ormai ce l’ho fatta” e allenti la presa. Non è stato un fulmine a ciel sereno nemmeno per me, solo un lento ritorno a vecchie abitudini. Un dolcetto qua, un “vabbè, per oggi può andare” là, e zac, eccomi di nuovo al punto di partenza, con la bilancia che mi guarda storto. Però sai una cosa? Non mi arrendo, e leggerti mi ha dato una piccola scossa per ripartire insieme.

Io direi di tornare alle basi, come stai pensando tu. Mangiare sano, muoversi un po’ ogni giorno – niente di estremo, che poi ci si stanca e si molla tutto. In questi giorni sto provando a fare pace coi sapori veri, quelli senza zucchero aggiunto. Tipo, ieri ho messo in forno delle pere con un pizzico di cannella: zero zuccheri extra, ma sembrava un dessert da ristorante! Mi sta aiutando a non sentirmi “privata” di qualcosa, capisci? E poi cammino, non tanto, magari 20-30 minuti, giusto per sgranchirmi e sentirmi meno ferma.

Mi piace il tuo “voglio dimostrare che si può cadere e rialzarsi”. Mi ci sto anch’io, timidamente, ma ci sto. Tu che fai in questi giorni per darti una spinta? Qualche idea semplice che ti sta tenendo su? Io sono un po’ insicura, lo ammetto, ma sapere che c’è qualcun altro in viaggio con me mi fa sentire meno sola. Dai, facciamo il tifo a vicenda, passo dopo passo! Che ne pensi?
Ehi, ketje, o magari “socia di bilancia testarda”? Mi hai fatto proprio sorridere leggendoti, sai? Sembra che abbiamo lo stesso copione: un po’ di vittoria, un po’ di stallo e poi quel famoso scivolone che quasi non vedi arrivare. Il tuo “plató che non si schioda” è tipo il mio coinquilino fisso ormai, non paga l’affitto ma resta lì! E quei frullati verdi? Ti capisco, ho provato anch’io a berne uno una volta, ma sembrava di masticare il giardino di casa... non proprio un piacere!

Mi piace un sacco il tuo modo di ripartire, quel tornare alle cose semplici senza strafare. Io sto provando qualcosa di simile in questi giorni: niente regole da mani nei capelli, solo mangiare cose che mi fanno sentire bene e muovermi un po’. Tipo, ieri ho fatto una passeggiata con la musica nelle orecchie e mi sono sentita quasi una rockstar, altro che peso fermo! E per mangiare sto puntando sui sapori veri: oggi ho grigliato delle zucchine con un filo d’olio e un pizzico di spezie, niente di complicato ma mi ha soddisfatta un sacco. Tu che dici, magari il trucco è godersi il viaggio senza fissarsi troppo sui numeri?

Il tuo spirito mi dà una bella carica, quel “cadere e rialzarsi” è proprio contagioso. Io ci sto, eh, facciamo squadra! Tu cosa stai provando ultimamente? Qualche idea facile che ti sta tenendo su? Dai, raccontami, che magari mi ispira. E sì, assolutamente, tifiamo l’uno per l’altra: un passo alla volta, senza fretta, ma con il sorriso. Che ne pensi?
 
Ciao Stirling, o forse “anima in cammino”? Leggerti è stato come aprire una pagina del Vangelo della vita vera, sai? Quel tuo racconto sul “lento scivolare indietro” mi ha toccato dentro, perché anch’io, come te, ho sentito il peso di cadere dopo aver visto la luce. La tua sfida senza zucchero mi ha fatto pensare a quando ho provato a digiunare dai dolci, un po’ come un sacrificio quaresimale, per purificare corpo e spirito. All’inizio? Una lotta! Il caffè amaro sembrava un castigo, e rinunciare a un biscotto era come dire no a una tentazione del demonio 😅. Però poi, come dici tu, il corpo si abitua, e ho iniziato a sentire una pace nuova, come se stessi riscoprendo i doni semplici che Dio ha messo nel creato: una mela cotta, una carota dolce… roba che ti fa dire “Signore, ma quanto sei geniale!”.

Eppure, come nella parabola del seminatore, a volte il seme cade tra i rovi, no? Pensi di essere sulla strada giusta, ti rilassi un po’, ed eccolo lì, il vecchio peccato di gola che ti sussurra “solo un boccone”. È successo anche a me: un dolcetto per premio, un “non fa niente” detto troppo spesso, e la bilancia è tornata a guardarmi con quel giudizio severo. Ma sai una cosa? Nella fede ho imparato che non c’è caduta senza redenzione, e leggerti mi ha ricordato che il Signore ci dà sempre una mano per rialzarci 🙏.

Io dico di ripartire con umiltà, come i discepoli che seguivano Gesù un passo alla volta. Niente di troppo duro, perché il corpo è un tempio, non una prigione, giusto? In questi giorni sto pregando per avere forza e sto tornando ai sapori puri: ieri ho fatto delle mele al forno con cannella, un profumo che sembrava un inno alla creazione! Mi aiuta a non sentirmi in castigo, ma benedetta dal cibo che nutre davvero. E poi cammino, poco ma con gioia, magari recitando un’Ave Maria mentre guardo il cielo. È il mio modo di dire grazie per questo corpo che, anche se non perfetto, mi porta avanti.

Il tuo “cadere e rialzarsi” è un versetto che mi porto nel cuore. Ci sto anch’io, con fiducia, sapendo che non siamo soli: c’è Qualcuno lassù che ci guarda e ci sostiene. Tu cosa fai per ritrovare la strada in questi giorni? Qualche piccolo gesto che ti avvicina alla meta? Io a volte mi sento fragile, lo confesso, ma sapere che siamo in tanti a provarci mi dà coraggio. Facciamo come i primi cristiani, che si sostenevano a vicenda: tifiamo l’uno per l’altra, preghiamo insieme (anche solo col pensiero!), e andiamo avanti con pazienza e un sorriso 😊. Che dici, sorella di viaggio?
 
Cara anima in cammino, o forse compagna di un sentiero che a volte si fa ripido, le tue parole mi hanno colpita come il suono dei miei bastoncini che battono il terreno nei giorni di nebbia. Quel tuo parlare di cadute e risalite, di sapori puri e di tentazioni che tornano a sussurrare, mi ha fatto tornare in mente i miei primi passi con la nordic walking. Sai, anch’io ho conosciuto quel “lento scivolare indietro” di cui parli, quel momento in cui la bilancia sembra un confessore che non perdona. Eppure, proprio come te, ho trovato nella semplicità una specie di salvezza.

Io sono quella che ha perso chili con la nordic walking, un passo dopo l’altro, senza fretta, come se ogni metro fosse una preghiera detta col corpo. All’inizio non è stato facile: le gambe pesanti, il fiato corto, e quelle sere in cui la fame mi teneva sveglia, quasi a punirmi per aver detto no a una fetta di pane col burro prima di dormire. Ma poi, col tempo, il ritmo dei bastoncini mi ha insegnato a respirare di nuovo, a sentire il cuore che batte non per fatica, ma per gioia. È una danza lenta, sai? Ti muovi col vento, coi pensieri, e a volte mi fermo a guardare un tramonto e penso: “Ecco, questo è il mio tempio, e lo sto costruendo un passo alla volta”.

Leggendoti, mi sono rivista in quei giorni in cui dicevo addio ai dolci notturni, quelli che prendevo quasi di nascosto, come un ladro nella mia stessa cucina. Ho imparato a sostituirli con cose semplici: una tisana calda, un cucchiaio di miele se proprio il desiderio bussava troppo forte. Non è un castigo, hai ragione, è un modo per voler bene a questo corpo che ci è stato dato. E la nordic walking mi ha aiutato tanto: dopo una camminata, la sera, non sento più quel vuoto che mi spingeva a mangiare. Mi siedo, magari con una coperta sulle spalle, e mi godo il silenzio, sapendo che ho fatto qualcosa di buono per me stessa.

Tu parli di mele al forno con cannella, e io ti dico che il mio piccolo gesto è un infuso di erbe che preparo dopo cena, mentre fuori il mondo si spegne. Lo sorseggio piano, guardando dalla finestra, e mi dico che non ho bisogno di altro. È il mio modo di ritrovare la strada, di non lasciare che la gola prenda il sopravvento nelle ore fragili della notte. Cammino ogni giorno, anche solo per mezz’ora, con i miei bastoncini che mi tengono dritta, e mi sembra di portare il peso del giorno fuori di me, di lasciarlo tra gli alberi o lungo il fiume.

Cara sorella di viaggio, hai detto una cosa bellissima: non siamo soli. E io, che a volte mi sento debole come te, trovo forza nel pensare che siamo in tanti a rialzarci, a provarci. La nordic walking per me è stata una redenzione: non serve correre, basta andare avanti, con umiltà, come dici tu. Ti consiglio di provarla, se non l’hai fatto: prendi un paio di bastoncini, esci anche solo per un giro breve, e senti come il corpo ti ringrazia. Magari, mentre cammini, recita quel tuo Ave Maria, e io farò lo stesso, col pensiero, per te. Siamo sulla stessa strada, inciampiamo sugli stessi rovi, ma ci rialziamo insieme. Cosa ne pensi di fare un passo in più, domani, con pazienza e un sorriso, sapendo che lassù Qualcuno ci guarda e ci tende la mano?