Ho perso chili, ma li ho ripresi: perché i vostri piani pasto non funzionano?

RobinCZ

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6 Marzo 2025
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Ehi, ciao a tutti, o forse no, non so neanche perché sto scrivendo qua di nuovo. Insomma, ve lo dico senza giri di parole: ho perso 10 chili, ero felicissima, mi sentivo finalmente bene con me stessa, e poi? Puff, tutto tornato, pure con gli interessi! 😡 E sapete qual è la cosa che mi fa arrabbiare di più? Che ho seguito i vostri preziosi "piani pasto" perfetti, quelli che giurate funzionino per tutte. Ma lasciatemi ridere, eh! 😂
Vi spiego com’è andata. All’inizio sembrava tutto fantastico: insalatine tristi, pollo alla griglia, due cucchiai di riso integrale come se fossi a un picnic di formiche. E sì, i chili scendevano, non dico di no. Ma poi? La vita vera, quella che non vi piace nominare nei vostri piani, mi ha travolta. Una cena con amici, un compleanno, un giorno che proprio non ce la fai a pesare ogni foglia di lattuga… e addio! Il piano è andato a farsi benedire. E non venitemi a dire "eh, ma ci vuole disciplina", perché io ce l’ho messa tutta, eppure eccomi qua, con i jeans che non si chiudono più. 😤
Non è solo colpa mia, lo so. Questi piani che consigliate sembrano fatti per robot, non per donne normali che hanno una vita, un lavoro, magari dei figli. Ma sul serio, chi riesce a mangiare ogni giorno la stessa pappetta senza impazzire? Io no. E poi, parliamoci chiaro: dopo un mese di privazioni, il cervello ti urla "mangia quella torta o ti faccio vedere i sorci!". E io ho ceduto, sì, lo ammetto. Ma non è solo debolezza, è che i vostri piani non tengono conto della realtà! 🙅‍♀️
Adesso sono qua, incavolata nera, ma anche disperata. Voglio riprovarci, ma non con le vostre liste noiose di "tre mandorle come spuntino". Ho bisogno di qualcosa che funzioni davvero, che non mi faccia sentire una fallita al primo sgarro. Qualcuna di voi c’è passata e ha trovato un modo per uscirne? O sono l’unica scema che ci casca ogni volta? Datemi una mano, per favore, perché da sola sto solo affondando. 😢
 
Ehi, ciao a tutti, o forse no, non so neanche perché sto scrivendo qua di nuovo. Insomma, ve lo dico senza giri di parole: ho perso 10 chili, ero felicissima, mi sentivo finalmente bene con me stessa, e poi? Puff, tutto tornato, pure con gli interessi! 😡 E sapete qual è la cosa che mi fa arrabbiare di più? Che ho seguito i vostri preziosi "piani pasto" perfetti, quelli che giurate funzionino per tutte. Ma lasciatemi ridere, eh! 😂
Vi spiego com’è andata. All’inizio sembrava tutto fantastico: insalatine tristi, pollo alla griglia, due cucchiai di riso integrale come se fossi a un picnic di formiche. E sì, i chili scendevano, non dico di no. Ma poi? La vita vera, quella che non vi piace nominare nei vostri piani, mi ha travolta. Una cena con amici, un compleanno, un giorno che proprio non ce la fai a pesare ogni foglia di lattuga… e addio! Il piano è andato a farsi benedire. E non venitemi a dire "eh, ma ci vuole disciplina", perché io ce l’ho messa tutta, eppure eccomi qua, con i jeans che non si chiudono più. 😤
Non è solo colpa mia, lo so. Questi piani che consigliate sembrano fatti per robot, non per donne normali che hanno una vita, un lavoro, magari dei figli. Ma sul serio, chi riesce a mangiare ogni giorno la stessa pappetta senza impazzire? Io no. E poi, parliamoci chiaro: dopo un mese di privazioni, il cervello ti urla "mangia quella torta o ti faccio vedere i sorci!". E io ho ceduto, sì, lo ammetto. Ma non è solo debolezza, è che i vostri piani non tengono conto della realtà! 🙅‍♀️
Adesso sono qua, incavolata nera, ma anche disperata. Voglio riprovarci, ma non con le vostre liste noiose di "tre mandorle come spuntino". Ho bisogno di qualcosa che funzioni davvero, che non mi faccia sentire una fallita al primo sgarro. Qualcuna di voi c’è passata e ha trovato un modo per uscirne? O sono l’unica scema che ci casca ogni volta? Datemi una mano, per favore, perché da sola sto solo affondando. 😢
Ehi, ti capisco fin troppo bene, sai? Quel momento in cui ti guardi allo specchio e ti chiedi "ma come cavolo è successo di nuovo?" è un pugno nello stomaco. Anch’io sono stata lì, incavolata col mondo e con me stessa, con i chili che tornavano a salutarmi come vecchi amici che non vuoi più vedere. Però, ascolta, non sei l’unica e non sei una scema. Quei piani pasto che sembrano usciti da un laboratorio di scienziati pazzi? Li ho provati anch’io. Insalate che sanno di cartone, porzioni da criceto... all’inizio funziona, sì, ma poi la vita ti mette sotto un treno e ciao, fine dei giochi.

Io però una strada l’ho trovata, e magari può darti uno spunto. Non fraintendermi, non sono qui a venderti la soluzione magica, perché non esiste. Ma ti racconto com’è andata per me. Ero stufa di contare calorie come un contabile ossessionato, così ho mollato i piani rigidi e ho preso la bici. Sì, proprio una bicicletta, niente di complicato. All’inizio era solo per muovermi, per sfogare la rabbia pedalando come una forsennata. Poi è diventata una cosa mia. Non parlo di gare o di robe da professionisti, eh, ma di giri in città, di sentieri vicino casa, di respirare aria fresca invece di fissare un piatto triste.

Il peso? Ha iniziato a scendere senza che me ne accorgessi troppo. Non perché mi ammazzavo di fatica, ma perché pedalare mi faceva stare bene, mi teneva la testa occupata. E sai una cosa? Non mi sentivo in gabbia. Se una sera uscivo con gli amici e mangiavo una pizza, non era la fine del mondo: il giorno dopo salivo in sella e via. Non sto dicendo che la bici sia la cura per tutto, ma per me è stata una svolta. Ti muovi, ti diverti, e non devi pesare tre mandorle con il bilancino da farmacista.

Magari per te non è la bici, ma qualcosa di simile potrebbe funzionare. Qualcosa che non sia una punizione, ma un pezzo della tua giornata che ti piace davvero. I piani rigidi sono un incubo, hai ragione, sembrano fatti per marziani. La vita è incasinata, e non puoi programmare ogni boccone come un robot. Io ti direi: prova a cercare un modo per muoverti che non ti sembri una condanna. Un giro in bici, una camminata veloce, quello che ti va. E sul mangiare, lascia perdere le privazioni assurde: mangia normale, magari un po’ meno schifezze, ma senza impazzire.

Se vuoi, ti racconto meglio come ho fatto a integrare la bici senza diventare una fanatica. Non sono una che ti giudica se sgarri, ci sono passata. Però credimi, buttarti su qualcosa che ti fa sentire viva invece che fallita è tutta un’altra storia. Che ne pensi?
 
Ehi, ti capisco fin troppo bene, sai? Quel momento in cui ti guardi allo specchio e ti chiedi "ma come cavolo è successo di nuovo?" è un pugno nello stomaco. Anch’io sono stata lì, incavolata col mondo e con me stessa, con i chili che tornavano a salutarmi come vecchi amici che non vuoi più vedere. Però, ascolta, non sei l’unica e non sei una scema. Quei piani pasto che sembrano usciti da un laboratorio di scienziati pazzi? Li ho provati anch’io. Insalate che sanno di cartone, porzioni da criceto... all’inizio funziona, sì, ma poi la vita ti mette sotto un treno e ciao, fine dei giochi.

Io però una strada l’ho trovata, e magari può darti uno spunto. Non fraintendermi, non sono qui a venderti la soluzione magica, perché non esiste. Ma ti racconto com’è andata per me. Ero stufa di contare calorie come un contabile ossessionato, così ho mollato i piani rigidi e ho preso la bici. Sì, proprio una bicicletta, niente di complicato. All’inizio era solo per muovermi, per sfogare la rabbia pedalando come una forsennata. Poi è diventata una cosa mia. Non parlo di gare o di robe da professionisti, eh, ma di giri in città, di sentieri vicino casa, di respirare aria fresca invece di fissare un piatto triste.

Il peso? Ha iniziato a scendere senza che me ne accorgessi troppo. Non perché mi ammazzavo di fatica, ma perché pedalare mi faceva stare bene, mi teneva la testa occupata. E sai una cosa? Non mi sentivo in gabbia. Se una sera uscivo con gli amici e mangiavo una pizza, non era la fine del mondo: il giorno dopo salivo in sella e via. Non sto dicendo che la bici sia la cura per tutto, ma per me è stata una svolta. Ti muovi, ti diverti, e non devi pesare tre mandorle con il bilancino da farmacista.

Magari per te non è la bici, ma qualcosa di simile potrebbe funzionare. Qualcosa che non sia una punizione, ma un pezzo della tua giornata che ti piace davvero. I piani rigidi sono un incubo, hai ragione, sembrano fatti per marziani. La vita è incasinata, e non puoi programmare ogni boccone come un robot. Io ti direi: prova a cercare un modo per muoverti che non ti sembri una condanna. Un giro in bici, una camminata veloce, quello che ti va. E sul mangiare, lascia perdere le privazioni assurde: mangia normale, magari un po’ meno schifezze, ma senza impazzire.

Se vuoi, ti racconto meglio come ho fatto a integrare la bici senza diventare una fanatica. Non sono una che ti giudica se sgarri, ci sono passata. Però credimi, buttarti su qualcosa che ti fa sentire viva invece che fallita è tutta un’altra storia. Che ne pensi?
Ehi Robin, sai quando leggi un messaggio e ti sembra di guardarti allo specchio? Ecco, il tuo post mi ha colpita dritta in fronte. Quel mix di rabbia e disperazione, i jeans che si vendicano, i piani pasto che sembrano scritti da un alieno senza emozioni… ci sono passata, credimi. Non sei sola, e no, non sei una scema. Questi schemi rigidi sono come una trappola: ti attirano con la promessa di un corpo perfetto, ma poi ti lasciano a terra, con la voglia di divorare un’intera pasticceria per consolazione.

Ti racconto come ho fatto pace con me stessa, magari ti accende una lampadina. Anch’io ero ossessionata dal contare ogni grammo di cibo, misurare porzioni, sentirmi in colpa per un biscotto. Ero esaurita. Poi un giorno, quasi per caso, ho deciso di mollare tutto e andare a camminare. Non una passeggiata tranquilla, eh, parlo di zaino in spalla, scarponi ai piedi e via, fuori città, in mezzo alla natura. Montagne, boschi, sentieri dove senti solo il rumore dei tuoi passi e del vento. All’inizio era solo per staccare la spina, ma poi è diventato il mio modo di rimettermi in carreggiata.

Non fraintendermi, non sto dicendo che devi trasformarti in un’esploratrice da documentario. Ma c’è qualcosa di magico nel muoversi così, senza bilance o specchi che ti giudicano. Camminare per ore, magari per giorni, con un panino nello zaino e l’aria fresca in faccia, ti cambia. Il peso? Scende piano, senza che te ne accorgi, perché non stai contando calorie, stai solo vivendo. E la testa, quella che di solito ti urla “mangia la torta o muori”, si calma. Non so spiegartelo bene, ma quando sei là fuori, a fare un passo dopo l’altro, le voglie assurde si spengono.

La cosa bella è che non devi essere un’atleta. Io sono una persona normalissima, con un lavoro, bollette da pagare e giornate storte come le tue. Ma quando parto per un trekking, anche solo per un weekend, è come se resettassi tutto. Mangio quello che mi serve per avere energia: un piatto di pasta non mi spaventa più, perché so che sto bruciando tanto e mi sento forte, non in colpa. E quando torno alla vita di tutti i giorni, cerco di tenere un po’ di quel ritmo: cammino per andare al lavoro, scelgo le scale, robe così. Non è una dieta, è solo… vivere senza sentirmi in prigione.

I piani che dici tu, quelli con le insalatine e le mandorle contate, sono un incubo perché non tengono conto di chi siamo davvero. La vita non è un laboratorio, e noi non siamo robot. Magari per te non sono i sentieri in montagna, ma potrebbe essere altro: una lunga camminata in spiaggia, un giro in collina, qualsiasi cosa ti faccia sentire che il tuo corpo è un alleato, non un nemico. Sul cibo, ti direi di smettere di punirti. Mangia cose che ti nutrono, non che ti fanno sentire un automa. Una pizza con gli amici non è un crimine, è vita. E se il giorno dopo ti muovi un po’ di più, sei a posto.

Se ti va, posso raccontarti di più su come organizzo i miei giri, niente di complicato. Tipo, come scelgo un sentiero o cosa metto nello zaino per non morire di fame senza esagerare. Non ti prometto miracoli, ma credimi, trovare un modo per muoverti che ti piace davvero è come aprire una porta che non sapevi esistesse. Che dici, ci fai un pensiero?
 
Ehi, ciao a tutti, o forse no, non so neanche perché sto scrivendo qua di nuovo. Insomma, ve lo dico senza giri di parole: ho perso 10 chili, ero felicissima, mi sentivo finalmente bene con me stessa, e poi? Puff, tutto tornato, pure con gli interessi! 😡 E sapete qual è la cosa che mi fa arrabbiare di più? Che ho seguito i vostri preziosi "piani pasto" perfetti, quelli che giurate funzionino per tutte. Ma lasciatemi ridere, eh! 😂
Vi spiego com’è andata. All’inizio sembrava tutto fantastico: insalatine tristi, pollo alla griglia, due cucchiai di riso integrale come se fossi a un picnic di formiche. E sì, i chili scendevano, non dico di no. Ma poi? La vita vera, quella che non vi piace nominare nei vostri piani, mi ha travolta. Una cena con amici, un compleanno, un giorno che proprio non ce la fai a pesare ogni foglia di lattuga… e addio! Il piano è andato a farsi benedire. E non venitemi a dire "eh, ma ci vuole disciplina", perché io ce l’ho messa tutta, eppure eccomi qua, con i jeans che non si chiudono più. 😤
Non è solo colpa mia, lo so. Questi piani che consigliate sembrano fatti per robot, non per donne normali che hanno una vita, un lavoro, magari dei figli. Ma sul serio, chi riesce a mangiare ogni giorno la stessa pappetta senza impazzire? Io no. E poi, parliamoci chiaro: dopo un mese di privazioni, il cervello ti urla "mangia quella torta o ti faccio vedere i sorci!". E io ho ceduto, sì, lo ammetto. Ma non è solo debolezza, è che i vostri piani non tengono conto della realtà! 🙅‍♀️
Adesso sono qua, incavolata nera, ma anche disperata. Voglio riprovarci, ma non con le vostre liste noiose di "tre mandorle come spuntino". Ho bisogno di qualcosa che funzioni davvero, che non mi faccia sentire una fallita al primo sgarro. Qualcuna di voi c’è passata e ha trovato un modo per uscirne? O sono l’unica scema che ci casca ogni volta? Datemi una mano, per favore, perché da sola sto solo affondando. 😢
Ehi, capisco perfettamente la tua frustrazione, davvero. Leggendo il tuo post mi sono rivista in certi momenti della mia vita, quando pensavo che l’unico modo per dimagrire fosse contare ogni caloria e vivere di insalate scondite. Però, lasciami dire una cosa: quei piani pasto rigidi che sembrano usciti da un laboratorio di scienziati? Non funzionano per la maggior parte di noi, punto. E non sei tu quella sbagliata, è il sistema che non tiene conto di come siamo fatte, della vita vera, delle giornate no e delle voglie che ci prendono.

Io sono una che ha trovato la sua strada con il CrossFit, e no, non ti sto dicendo di correre in palestra domani a sollevare bilancieri, ma voglio raccontarti perché per me ha funzionato, magari c’è qualcosa che può ispirarti. All’inizio, come te, ero fissata con le diete super restrittive. Risultato? Dimagrivo, poi mollavo, poi riprendevo tutto. Un incubo. Poi ho scoperto il CrossFit e, soprattutto, un approccio diverso al cibo e al corpo. Le mie giornate non girano più intorno a “posso mangiare questo o no?”, ma a “cosa mi dà energia per spaccare in allenamento?”. È un cambio di mentalità pazzesco.

Nel CrossFit facciamo allenamenti brevi ma intensi, i famosi WOD (Workout of the Day). Tipo, 20 minuti in cui dai tutto: pesi, corsa, salti, quello che capita. Non sono una super atleta, eh, ero una che ansimava dopo due rampe di scale. Ma in pochi mesi ho visto il mio corpo cambiare: più forte, più resistente, e sì, anche più snello. Non perché passo ore in palestra, ma perché quei workout ti spingono a dare il massimo in poco tempo. E la cosa bella? Non serve essere perfetti. Se un giorno non ce la fai, pazienza, domani si riparte.

Sul cibo, ti dico come faccio io. Niente piani assurdi, ma cerco di mangiare cose che mi nutrono davvero. Proteine a ogni pasto (pollo, pesce, uova, a volte legumi), verdure in quantità, carboidrati come patate o riso per avere energia, e grassi sani come avocado o olio d’oliva. Non peso niente, non conto calorie. Se voglio una pizza con gli amici, me la mangio, ma il giorno dopo torno in pista senza sensi di colpa. Il CrossFit mi ha insegnato che il corpo non è un nemico da punire, ma un alleato da rendere più forte. E quando ti senti forte, credimi, le voglie di abbuffarti di schifezze diminuiscono da sole.

Non sto dicendo che devi fare come me, ma magari prova a spostare il focus. Invece di pensare solo a “perdere chili”, prova a chiederti: “come posso sentirmi più energica, più in forma?”. Magari il CrossFit non è la tua strada, ma trovare un’attività che ti piace e ti fa sentire viva può cambiare tutto. E sul cibo, cerca un equilibrio che non ti faccia sentire in prigione. Quei piani rigidi che dici tu? Buttali. Non servono a niente se non a farti sentire un fallimento.

Se vuoi, scrivimi e ti racconto meglio com’è un allenamento o come organizzo i pasti senza impazzire. Non sei sola, e non sei una scema. Sei una che ci sta provando, e questo è già tantissimo. Dai, un passo alla volta, ce la fai.